I vertici Asufc motivano i mancati provvedimenti con un problema di trasmissione degli elenchi.
Al contrario di diversi oss, medici e personale dei servizi di laboratorio e radiologia, nessuno dei circa 150 infermieri non vaccinati dipendenti dall’Azienda sanitaria universitaria del Friuli centrale è stato ancora sospeso, come invece accaduto ai colleghi di Trieste, Gorizia e Pordenone, dove un’ottantina di infermieri sono stati già mandati a casa.
I vertici Asufc hanno spiegato di essere in ritardo col personale infermieristico per via di un problema di trasmissione degli elenchi con i nominativi. Le lettere, tuttavia, sono partite nei giorni scorsi e le sospensioni scatteranno entro fine ottobre. Se i numeri saranno confermati, in assenza di sostituzioni disponibili, l’Azienda sanitaria non esclude che con le sospensioni si possa arrivare alla chiusura di servizi, comparto dove la presenza di non vaccinati risulta essere più diffusa.
Intanto Stefano Giglio, presidente di Opi Udine, esprime preoccupazione per le disuguaglianze territoriali all’interno della regione e per le ricadute sul sistema sanitario. Come pure Cisl Sanità, preoccupata inoltre dall’applicazione dell’obbligo del Green Pass nelle aziende sanitarie dal 15 ottobre. I sindacati lamentano di non aver ancora ricevuto indicazioni su come si intenda procedere, e ricordano come il percorso dei controlli preveda l’allontanamento del personale sprovvisto di certificazione verde. Con effetto imprevedibili sui servizi, che potrebbero trovarsi all’improvviso scoperti.
Redazione Nurse Times
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