I dirigenti sindacali Marco Busato e Katia Savio intervengono sulla questione dei frequenti episodi di violenza in Ulss 4, segnalando alcune criticità connesse al fenomeno.
“Siamo di fronte all’ennesimo atto di aggressione nei confronti di personale sanitario. Uno stillicidio che vede coinvolti in prima persona professionisti che operano in carenza di organico e costretti a temere per la propria incolumità mentre curano cittadini, quasi operassero nello scenario di un conflitto”. Così Marco Busato e Katia Savio, della Fp Cgil Venezia, in merito a una nuova denuncia di aggressione nel contesto dell’Ulss 4.
“Ma in fondo, proprio di un conflitto si tratta – sottolineano dal sindacato -. Il conflitto tra il dovere di garantire salute e i persistenti tagli che hanno ridotto all’osso il Servizio sanitario nazionale, oltre alla drammatica carenza di organici all’interno di servizi e dei reparti dell’Ulss 4. Questa la situazione in cui operano i professionisti e denunciato dalla categoria in questi anni. Quadro confermato e acuito da due anni di pandemia. Il personale sta lavorando in situazione critica, con carichi assistenziali elevati e con una carenza drammatica di personale”.
“Il personale sanitario – proseguono i dirigenti sindacali – ci segnala di essere troppo spesso bersaglio di reazioni spropositate di pazienti o famigliari, e molti hanno subito aggressioni fisiche. Non vogliono che il loro posto di lavoro diventi una trappola. Vorrebbero operare in un luogo sicuro, dove prendersi cura dei cittadini in modo efficiente.
Non basta però denunciare. E’ il momento di adottare tutte le iniziative perché i professionisti della sanità pubblica possano svolgere il proprio lavoro in totale sicurezza. Noi, da parte nostra, oltre a esprimere vicinanza agli aggrediti, opereremo perché dalle parole si passi finalmente ai fatti. Come primo passo abbiamo chiesto alla direzione che nel prossimo incontro del 22 marzo si discuta di questo tema alla presenza del direttore generale, perché non si può più aspettare”.
Concludono Busato e Savio: “Inoltre dobbiamo rafforzare dove presenti, e creare dove assenti, equipe di psicologi specializzati attivabili anche a chiamata qualora si percepiscano tensione e pericolo. Bisogna rafforzare il supporto psicologico stabile dei reparti a rischio. Bene che l’Ulss 4 avvii corsi di formazione per il personale, ma non solo per i reparti a rischio, perché ormai questo fenomeno riguarda purtroppo tutti i servizi della Ulss 4. Oltre ai procedimenti che mettono i servizi in sicurezza, sim pone il grave problema dei disservizi causati dal sovraccarico lavorativo e dai tagli al personale. Gli operatori sono esposti al front office con l’utenza senza avere né strumenti né tempo per rispondere alle richieste. Non trascuriamo infine i tagli subiti dal personale preposto alla sicurezza. In ogni caso, prendersi cura degli operatori affinché svolgano in sicurezza il proprio lavoro sarà un tema di confronto centrale per le Rsu nella contrattazione integrativa”.
Redazione Nurse Times
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