A pochi giorni dall’apertura dell’evento nazionale CIVES che si svolgerà a Lecce il 30 e 31 ottobre prossimi, NurseTimes coglie l’occasione per intervistare Il Presidente Nazionale CIVES Michele Fortuna, il Direttore Nazionale CIVES e componente del Consiglio Esecutivo della consulta del volontariato di Protezione Civile Rosaria Capotosto e la presidente Nazionale IPASVI Barbara Mangiacavalli.
1) Il CIVES può avere un ruolo nello sviluppo delle competenze specialistiche, assicurando una presenza più qualificata sul territorio e nei soccorsi avanzati?
Fortuna: “Questa risposta dovrebbe uscire dal convegno. Verranno trattate le argomentazioni che sono visibili dal programma pubblicato sul nostro sito web www.cives.org per tracciare che cosa è possibile fare nel territorio e realizzare un’idea ancora più concreta, utile e qualificata dell’infermieristica di Protezione Civile e quindi di CIVES nel territorio, nei sistemi locali e nazionali”.
Capotosto: “Noi da tempo, come associazione, stiamo cercando per lo meno di portare avanti la professionalità dell’infermiere ai tavoli decisionali del Dipartimento di Protezione Civile. Questo perché la nostra figura professionale ha delle caratteristiche particolari, è quasi come un connettore fra il SSN e il territorio con il soccorso alla popolazione. Stiamo lavorando affinchè venga riconosciuta anche una sorta di specializzazione di settore. Da tempo parliamo di infermiere di Protezione Civile, con la partecipazione ai vari tavoli tecnici del Dipartimento, perché l’aspetto peculiare di questo professionista può dare un ulteriore tassello di qualità al servizio al cittadino”.
Mangiacavalli: “I professionisti volontari del CIVES hanno sicuramente una preparazione molto avanzata e mettono a disposizione conoscenze e competenze nel soccorso sanitario: sono, per esempio, in grado di schierare équipe di professionisti, modulandone la quantità e la specializzazione a seconda delle missioni umanitarie e/o sanitarie da affrontare. La loro capacità è rientrata finora – sono attivi ormai da diciassette anni – nelle attività di perfezionamento e non in quelle previste dalle competenze avanzate. Ma queste, soprattutto nell’area specifica intensiva e dell’emergenza-urgenza, sono l’evoluzione naturale della specificità degli infermieri CIVES, che possono codificare così la loro professionalità sia nell’area del management che della clinica. Per queste sarà necessario un percorso che va pianificato ad hoc secondo settori ben definiti di azione, compresi nelle sei aree descritte nella bozza di accordo Stato – Regioni. Il CIVES, però, è già caratterizzato da percorsi di perfezionamento professionalizzanti che pur non essendo ancora competenze avanzate, hanno rappresentato e rappresentano già il massimo della qualificazione possibile nei settori di cui i volontari si occupano”.
2) Durante l’evento ci saranno diverse personalità istituzionali sia regionali che nazionali che daranno lustro a questo appuntamento storico. Qual è il motivo della loro presenza al IX congresso nazionale CIVES?
Fortuna: “L’obiettivo è quello di focalizzare l’attenzione delle istituzioni sul CIVES, per fare in modo di farsi conoscere come associazione, di consolidare queste conoscenze e i rapporti che già ci sono con istituzioni come la Federazione IPASVI e l’ENPAPI ma anche con quelle di competenza come il Capo Dipartimento della Protezione Civile, il Presidente della Regione Puglia ed il Sindaco di Lecce che rappresentano i livelli istituzionali locali e hanno anche loro ruoli importanti nel sistema della Protezione Civile. In questo caso, la loro presenza vuol ribadire il concetto di allacciare e rinsaldare relazioni in grado di dare spessore alle attività del CIVES, salvaguardando i principi sui quali ci si muove come associazione, che sono fare volontariato in un contesto di emergenza rivolta alla popolazione esprimendo altri valori come quello della solidarietà in maniera gratuita”.
Capotosto: “E’ arrivato il momento di fare un dialogo fra le parti per entrare molto nello specifico a proposito delle competenze specialistiche, e di far percepire questo elemento di collegamento dell’infermiere tra territorio, sistema sanitario, e sistema di protezione civile; durante l’evento, in occasione della tavola rotonda, saranno riportati i traguardi riconosciuti dalla nostra associazione e il percorso fatto finora, per rendere ancora più forte il sentimento e la sensazione che la figura infermieristica è sempre più indispensabile. In quel contesto cercheremo di tirare le fila di quello che è stato il nostro contributo e di quello che potrà ancora essere dando dei concetti nuovi, delle idee particolarmente importanti che possono andare a sbrogliare la matassa che questi rappresentanti istituzionali si ritrovano a dover gestire. Sarà un grande onore, a tal proposito, avere come moderatore Attilio Romita (caporedattore TGR Puglia), che con molto entusiasmo ha accettato di essere presente. Sarà sicuramente un momento di particolare importanza per tutti noi, per tutto il mondo infermieristico e per la Regione Puglia”.
Mangiacavalli: “Sembra assolutamente evidente se si tiene conto di quanti interventi ha collezionato (e colleziona ogni giorno) finora il CIVES. Dalla sua nascita nel 1998 i volontari si sono occupati in prima linea di assistere i migranti a Lampedusa, dal Sud al Nord: in Lombardia è stato organizzato un intervento di sorveglianza sanitaria per gli immigrati ospitati nelle strutture di accoglienza della Regione, anche in questo caso con infermieri volontari. Poi ci sono gli interventi in caso di catastrofi: prima linea dei soccorsi accanto alla Protezione Civile nel terremoto in Abruzzo, presenza nella Missione Arcobaleno, nell’Emergenza Comiso, in quella dell’eruzione dell’Etna nel 2001-2002-2003, nella missione in Sri Lanka dopo lo Tsunami. Poi ancora c’è l’assistenza ai pellegrini in occasione della morte di Giovanni Paolo II, l’insediamento di Papa Benedetto XVI, il Congresso Eucaristico a Bari nel 2005, la Louis Vuitton Cup a Trapani, l’82° adunata Alpini, il summit G8 de L’Aquila, l’emergenza del terremoto ad Haiti, la partecipazione diretta a esercitazioni internazionali di Protezione Civile come Eurost 2005, Mesimex 2006, Valtellina 2007, Sardina 2008, Terex 2010, Calabria 2011, Basilicata 2012, Nord Est 2013, Twist 2013. La Protezione Civile fa conto moltissimo su di loro, tanto da affidargli spesso anche compiti di coordinamento in caso di emergenze, e di questa stima che le Istituzioni hanno verso il CIVES è testimonianza la presenza del Capo del Dipartimento, Fabrizio Curcio. Così come è un riconoscimento all’importanza dell’attività che questi professionisti svolgono, la partecipazione delle massime autorità regionali e dei rappresentanti delle Istituzioni nazionali deputate alla tutela della Salute. La presenza massiccia della Federazione invece, direi che è naturale: il CIVES è espressione operativa e qualificata della Federazione dei Collegi IPASVI“.
3) Quest’anno l’evento vuole incentrarsi anche sul ruolo della comunicazione e promozione dell’immagine infermieristica: quali possono essere le giuste strategie?
Fortuna: “Abbiamo inserito questo argomento proprio perché vogliamo ricercare la migliore possibilità di come promuovere e far conoscere meglio la figura infermieristica nel suo insieme, nel nostro specifico nell’infermiere di Protezione Civile, e cercare di capire quali sono i migliori interventi già attuati o da attuare nel futuro per presentare la nostra professione sul territorio, rendendola ancora più utile e qualificata rispetto alle cose che sappiamo fare come associazione”.
Capotosto: “Non c’è strategia che tenga di fronte ai comportamenti di alcuni nostri rappresentanti che vanno soltanto a creare disagio all’interno del gruppo professionale; non sono una giornalista, nè una comunicatrice, però credo che un certo lavoro deve essere fatto al nostro interno. Dovremmo lavorare tutti insieme per la protezione della nostra figura, cosa che avviene per altre professioni, anche perché ancora molti passi devono essere fatti per la valorizzazione dell’infermiere di Protezione Civile, ma dobbiamo anche essere capaci di saper fare un autoanalisi”.
Mangiacavalli: “Gli infermieri CIVES rappresentano la nuova immagine di un’infermieristica moderna e manageriale, capace di valutare, pianificare, coordinare e operare nelle più diverse attività di Protezione Civile. Per questo sono anche una forte componente di quell’immagine operativa ed efficiente, oltre che efficace, che la Federazione intende dare alla nostra professione, facendo conoscere non solo “chi è” l’infermiere sotto tutte le sue sfaccettature professionali, ma anche cosa fa al di là di quelle che sono le sue attività più comuni. Le strategie in questo senso devono necessariamente essere quelle di far uscire dall’attività massiccia, ma spesso silenziosa del CIVES queste nostre punte di eccellenza, comunicando regolarmente all’esterno tutto ciò che si fa con regolarità ed efficacia e che rappresenta in realtà non solo una novità al di fuori della professione, ma anche una garanzia in più per chi si trova ad affrontare momenti difficili della propria esistenza come quelli vissuti nelle emergenze”.
4) Qual è il suo messaggio di invito a partecipare al IX congresso nazionale CIVES?
Fortuna: “Solo vedere la struttura realizzata ed il gran da fare che tanti colleghi infermieri hanno fatto in questi ultimi tempi, partendo anche dall’emergenza dell’ Abruzzo, è la molla degli infermieri per andare al congresso di Lecce: vediamo cosa sono riusciti a fare e tocchiamo con mano l’idea di CIVES. La presenza di tanti relatori importanti e rappresentanti delle istituzioni professionali, inoltre, sono una testimonianza di attenzione nei nostri confronti, vi aspettiamo”.
Capotosto: “Lo faccio semplicemente invitando i colleghi a partecipare a questo evento. ‘E particolare, perché avere il capo della Protezione Civile a mettere il bollino della qualità al servizio prestato da CIVES non è una cosa semplice. Quindi cogliete l’occasione per conoscere fino in fondo il mondo della Protezione Civile e quello dell’infermieristica di Protezione Civile, venite a Lecce ad assistere al nostro congresso, vi aspettiamo in massa: saremo disponibili anche a fare un percorso presso il PASS che si sta arricchendo giorno dopo giorno di attrezzature e di mezzi importanti come la direttiva, e anche quella sarà la scoperta di un mondo particolarmente suggestivo che l’infermieristica italiana ha raggiunto”.
Mangiacavalli: “Per essere infermieri – e non è un paradosso – bisogna sapere chi sono e cosa fanno gli infermieri. Intendo dire che ognuno di noi, al di là dell’immagine esterna che va data ai cittadini della nostra professione, dovrebbe rendersi conto nel migliore e più diretto dei modi di quanti aspetti ha e può avere il lavoro che ha scelto. Si innesta così un orgoglio partecipativo, che gli infermieri finora hanno rappresentato in Italia – e che viene riconosciuto anche all’estero –, un vero e proprio motore del Servizio Sanitario Nazionale, a volte facendo camminare la macchina dell’assistenza anche sulla propria pelle, nella consapevolezza di rispondere, così, a quella missione che ognuno di noi ha scelto e ha abbracciato con la nostra professione. Bene: partecipare al Congresso CIVES è come accendere un faro in più su questa volontà di “assistere fino in fondo”, di prendersi cura, e illuminare settori in cui gli infermieri rappresentano davvero un’eccellenza irrinunciabile. Il mio invito? Tutti coloro i quali possono farlo, tocchino con mano e vedano con i propri occhi ciò che domani anche loro – il CIVES è fatto di volontari – possono essere capaci di fare”.
La redazione ringrazia Michele Fortuna, Rosaria Capotosto e Barbara Mangiacavalli per la loro disponibilità e invita gli infermieri italiani a partecipare ad un evento unico, che porterà al centro dell’informazione nazionale gli infermieri di CIVES nella splendida città barocca di Lecce. NurseTimes ci sarà…vi aspettiamo!
Savino Petruzzelli
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