Verranno piantati complessivamente 525 cipressi e ulivi “in ricordo delle vittime di Covid a Firenze”. Si tratterà del bosco della memoria voluto dall’amministrazione comunale per esprimere “la vicinanza della città alle famiglie di coloro che non sono riusciti a vincere la lotta contro il virus”.
A darne l’annuncio è stata l’amministrazione comunale e lo stesso sindaco Dario Nardella, attraverso alcune foto postate su Facebook.
I primi 210 alberi, donati dalla società Silva, sono stati messi a dimora nel parco Don Forconi, nei pressi dell’ospedale di Careggi, dove oggi il sindaco Dario Nardella e l’assessora all’Ambiente Cecilia Del Re hanno verificato il completamento della prima fase di piantagione nel corso di un sopralluogo.
E’ stata apposta una targa commemorativa con la scritta ‘In memoria delle vittime della pandemia nella Città di Firenze‘. Su di essa è stato anche inserito un Qr-Code che permette di scoprire il significato del bosco utilizzando il proprio smartphone. All’apertura del sito web viene riprodotto il brano della violoncellista Naomi Berrill ‘Ogni cosa’ nell’ambito del progetto Hand Made Music. Gli alberi saranno messi a dimora nel parco Don Forconi fino a capienza e poi in una seconda area.
“Abbiamo voluto creare un luogo perenne di ricordo delle vittime di Covid a Firenze – spiega il sindaco Nardella -. Un segno di vicinanza alle famiglie che hanno perso i propri familiari a causa del virus e di memoria per le future generazioni”.
“A Firenze il verde diventa sempre più protagonista, non solo in termini ambientali – aggiunge l’assessora Del Re – ma anche assumendo un valore sociale di testimonianza, auspicio, ricordo. Per questo, abbiamo voluto dedicare un bosco alla memoria delle vittime di Covid a Firenze: un modo per non dimenticare e dare un luogo fisico al ricordo, condividere l’abbraccio della città ai familiari delle persone scomparse e testimoniare alle generazioni che verranno il dolore di questa pandemia e la speranza per una rinascita necessariamente legata a una nuova consapevolezza del mondo in cui viviamo”.
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