È stato dimostrato quanto l’utilizzo della Ranolazina abbia un esito positivo sul controllo del ritmo cardiaco in caso di Fibrillazione Atriale (F.A.)
Le opzioni farmacologiche disponibili per la strategia del controllo del ritmo nella fibrillazione atriale sono limitate dalla efficacia sotto-ottimale e dagli eventi avversi potenzialmente gravi.
È stata condotta una meta–analisi per determinare l’efficacia e la sicurezza della Ranolazina.
Sono stati individuati otto studi clinici randomizzati e due studi osservazionali non-randomizzati.
L’endpoint primario era rappresentato dall’efficacia della Ranolazina per prevenire gli episodi di fibrillazione atriale.
Endpoint secondari di efficacia erano:
- l’efficacia nella conversione della fibrillazione atriale a ritmo sinusale,
- il tempo di conversione,
- la riduzione del carico della fibrillazione atriale
Gli endpoint di sicurezza includevano la morte, gli eventi avversi gravi, e il prolungamento dell’intervallo QTc.
La Ranolazina è risultata efficace nel ridurre il rischio di fibrillazione atriale rispetto al controllo ( odds ratio, OR=0.47; IC 95%, 0.29-0.76; P=0.003 ).
L’analisi dei sottogruppi ha mostrato una dimensione dell’effetto maggiore nella fibrillazione atriale post-operatoria (OR=0.29; IC 95%, 0.11-0.77; P=0.03 ) rispetto a nessuna fibrillazione atriale post-operatoria ( OR=0.70; IC 95% 0.54-0.83; P=0.005 ).
La Ranolazina ha aumentato la probabilità di successo della cardioversione quando aggiunta ad Amiodarone (Cordarone) in misura maggiore rispetto al solo Amiodarone (OR=3.11; IC 95%, 1.42-6.79; P=0.004), riducendo in modo significativo il tempo di conversione (SMD -2.83 ore; IC 95%, -4.69 – -0.97 ore; P inferiore a 0.001).
I rischi globali di morte, eventi avversi, e di prolungamento dell’intervallo QTc sono risultati comparabili tra Ranolazina e il gruppo di controllo.
In conclusione, la Ranolazina è un’opzione efficace quando viene utilizzata per la strategia di controllo del ritmo nella fibrillazione atriale. L’uso di Ranolazina sembra essere sicuro ed è associato a pochi eventi avversi.
CALABRESE Michele
Fonte:
Guerra F et al, Int J Cardiol 2016; Epub ahead of print
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