Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a cura del sindacato.
Il 24 aprile è stato firmato l’accordo tra Governo e sindacati di categoria della scuola, garantendo al sistema scuola una svolta qualitativa. Una nuova stagione concorsuale, una corsia preferenziale per la stabilizzazione dei precari e l’impegno a reperire maggiori risorse per il rinnovo contrattuale per il triennio 2019-2021, rispetto all’1,95% previsto dalla Legge di bilancio 2019.
“Finalmente si torna a investire sull’istruzione e a darle la giusta priorità per sviluppare capacità e talenti nel nostro Paese. Un passo assolutamente positivo, che fa pensare a una volontà politica vera di investire sul sistema scolastico italiano. I temi e le problematiche della scuola sono simili a quelli del personale del comparto sanità. Per questa e per altre ragioni le chiediamo un incontro al fine di discutere con lei alcuni temi che ci stanno a cuore per la salvaguardia di migliaia di professionisti in sanità”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale Fials, in una lettera al premier Giuseppe Conte.
“Auspichiamo allo stesso lieto fine e ad altrettanta attenzione da parte del Suo Governo per il personale del comparto sanità, che è il motore del buon funzionamento dei servizi sanitari regionali – prosegue Carbone -. Ed è il loro quotidiano impegno che assicura ai cittadini una sanità di qualità, che consente al nostro Paese di avere un ruolo di primo piano nel settore della salute e del benessere. Professionisti e operatori impegnati in ritmi di lavoro sempre più stressanti, che svolgono le proprie attività in condizioni di disagio e con responsabilità e competenze sempre più elevate, ma con retribuzioni sempre meno dignitose”.
E ancora: “La partecipazione sempre responsabile e attenta di questi operatori al buon funzionamento del Ssn, come ha dichiarato nel messaggio del 1° maggio il ministro della Salute, Giulia Grillo, deve essere valorizzata ulteriormente con il rinnovo contrattuale, quale unico strumento atto a valorizzare il lavoro e le competenze di tutto il personale, con il recupero nel triennio del potere di acquisto delle retribuzioni, che devono essere finalmente adeguate alle responsabilità e alle competenze.
Necessita, al fine anche di limitare la continua fuga dei nostri professionisti verso altri Paesi europei, nei quali non solo ottengono retribuzioni più elevate, ma anche prospettive di carriera migliori rispetto al nostro Paese, che il Governo si impegni a reperire ulteriori risorse finanziarie, da destinare al personale del comparto sanità e che permetta un avvicinamento alla media dei livelli salariali di altri Paesi europei.
Occorre riconoscere il ruolo e le competenze delle professioni sanitarie e sociali con norme legislative simili alla dirigenza sanitaria del Ssn, come l’attività intramoenia (condividiamo in pieno il pensiero e l’azione intrapresa dal senatore Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione Igiene e Sanità), l’esclusività del rapporto di lavoro (indennità di esclusività) e gli incarichi professionali per tutti i professionisti e graduati, in rapporto a nuovi modelli organizzativi regionali e aziendali.
Bisogna altresì valorizzare il personale amministrativo e tecnico già di ruolo che aspira a progredire nella carriera, attraverso norme contrattuali più impregnante, ivi inclusi gli operatori socio-sanitari, ai quali va riconosciuta, all’interno del Sistema sanitario, un’evoluzione della loro professione, senza dimenticare i professionisti quali infermieri generici e puericultrici, che seppur in numero oramai esiguo, consentono una migliore funzionalità dei servizi alla persona e ai neonati.
Come ha più volte dichiarato il ministro della Salute, Giulia Grillo, e lo stesso sottosegretario alla Salute, on. Bartolazzi, il Sistema sanitario nazionale, in questi ultimi dieci anni di blocco contrattuale, ha potuto svolgere la propria funzione solo grazie all’apporto dei tantissimi operatori a tempo determinato, che giustamente reclamano il diritto a un lavoro dignitoso e non più precario. Sono professionisti, non ricompresi nelle disposizioni legislative precedenti, che meritano una doverosa stabilizzazione, con ulteriori norme precise prima dell’avvio dei concorsi pubblici.
Riteniamo, come Fials, che sia necessario definire il fabbisogno del personale per abbattere il muro dell’attuale carenza, e diamo atto al suo Governo di aver finalmente interrotto la norma che imponeva la spesa del personale agganciata a quella del 2004, meno l’1,4%, che bloccava qualsiasi assunzione in essere, anche per le Regioni virtuose nella promozione di una politica efficace del personale. Ora è necessario togliere la regola del blocco del turnover e definire con il nuovo Patto della salute per il triennio 2019-2021 il fabbisogno reale di personale, stante anche la recente legge sulla quota 100, con il rischio di abbandono a breve di migliaia di professionisti”.
Conclude Carbone: “Vi sono altri temi, quali la valorizzazione della produttività legata allo svincolo dei fondi per la contrattazione integrativa dai tetti di spesa, la necessità di dare al personale il riconoscimento professionale con il nuovo Ordinamento professionale e con il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro per il triennio 2019-2021, per il quale mancano risorse adeguate, e l’Atto di indirizzo da parte del Comitato di settore Regioni-Sanità. Per queste e altre ragioni, le chiediamo un incontro affinché, anche per il personale del comparto sanità, possa essere definito e sottoscritto, con le OO.SS. di categoria rappresentative, un accordo simile a quanto è avvenuto per il personale della scuola”.
Redazione Nurse Times
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