C’è la svolta, basta con i viaggi della speranza fino al Nord o, addirittura all’estero.
L’acceleratore lineare atteso da anni, è finalmente a disposizione del Polo Oncologico dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce: è la macchina all’avanguardia che potrà aiutare nelle cure i malati oncologici spesso costretti ad “emigrare”.
Un giorno importante per i pazienti e, più in generale, per la sanità salentina: l’acceleratore lineare di ultima generazione è finalmente arrivato e con il super raggio intelligente sarà in grado di sostituire il bisturi consentendo interventi meno invasivi anche durante la chemioterapia.
Il macchinario, infatti, permette di bruciare cellule tumorali in pochi minuti senza ledere i tessuti sani.
Una conquista, per così dire, che è legata anche alla storia di Alessandro Malatesta, un ragazzo malato di cancro, e al suo amico Massimo Rizzo in prima fila in questa battaglia a favore di quanti, negli ultimi anni, non si sono rassegnati davanti alla più grave delle malattie.
C’è ora un obiettivo: far entrare in funzione il macchinario entro Natale.
Tanti i commenti, in queste ore, nel mondo della sanità. Come pure sono numerosi quelli dei politici che, in più di un’occasione, erano scesi in campo per perorare la causa dell’acceleratore.
Erio Congedo, consigliere regionale di “Oltre con Fitto”, lo ha scritto in una nota: “La drammatica diffusione di patologie tumorali nel Salento da tempo imponeva che il Fazzi si dotasse di questo strumento di comprovata efficacia terapeutica per la salute di migliaia di malati oncologici che consentirà anche di ridurre drasticamente il costo economico e sociale dei tanti viaggi della speranza verso strutture ospedaliere più attrezzate.
Il fatto poi che la sala che lo ospiterà sarà intitolata ad Alessandro Malatesta che ha combattuto sino all’ultimo momento della sua vita per questa battaglia, rende ancora più significativo ed importante il raggiungimento di questo traguardo”.
Dello stesso tenore il commento del parlamentare Pd, Salvatore Capone: “E’ una vittoria di tutti coloro che hanno sostenuto questa battaglia giusta e soprattutto di chi sin dal primo momento ha voluto smuovere attenzioni ed istituzioni per il diritto alla salute e alla qualità delle terapie.
Ma anche una vittoria della buona amministrazione, quella tesa a sconfiggere i viaggi della speranza di tantissime donne e uomini con la dotazione di una strumentazione di ultima generazione preziosissima nella lotta alle patologie tumorali, anche quelle inoperabili”.
Dello stesso avviso Roberto Marti, parlamentare dei Conservatori e Riformisti: “Alessandro Malatesta non ce l’ha fatta, ma oggi raccogliamo i frutti del suo impegno e della sua battaglia, che è diventata la battaglia del diritto alla salute di un intero territorio.
Oggi noi tutti dobbiamo dire grazie alla sua generosità e alla tenacia di aver combattuto questa battaglia”.
E c’è anche il commento di Paolo Perrone, sindaco di Lecce: “Il mio pensiero in questo momento va ad Alessandro Malatesta, il giovane al quale verrà intitolata la sala che ospiterà questo macchinario altamente tecnologico in grado di salvare molte vite umane.
Ora mi piace immaginare che in fondo Alessandro ha vinto. Perché la sua non era una sfida personale. Tutt’altro”.
Vorrei, se mi è concesso, spendere anch’io due parole su Alessandro. Lavorando in Pneumologia (presso il nosocomio leccese), nei primi mesi del 2015, ho avuto il piacere di conoscere lui e, la sua numerosa famiglia.
Porto nel cuore il ricordo di questo ragazzo e della sua sofferenza “composta”.
Scupola Giovanni Maria
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