Vi riportiamo un comunicato stampa del segretario territoriale della F.S.I. Sarah Yacoubi, una collega che opera nel Catanzarese, dotata di grande grinta e tenacia da anni si batte per riportare il dibattito tra i cittadini sull’efficacia della sanità calabrese, ponendo l’attenzione sulle tante criticità che minano il diritto alle cure dei cittadini sancito dall’art. 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti…”. Le politiche regionali di riduzione della spesa pubblica puntano allo smantellamento del sistema sanitario e sociale, con lo spettro insistente della chiusura di ospedali e reparti.
Sarah Yacoubi, segretario territoriale della FSI Catanazaro ci va pesante e attacca a testa bassa il perdurare dell’individuazione del commissario ad acta in Calabria.
“In una regione con poco meno di 2 mln di abitanti rischiamo si rischia di perdere i presidi sanitari, non solo quelli di Catanzaro, Cosenza e Vibo, ma anche Reggio e Crotone. Si chiudono reparti essenziali e strutture specialistiche come da ieri per ordinanza prefettizia la Fondazione Tommaso Campanella e si incentiva conseguentemente la mobilità verso il nord Italia”.
Il rischio serio secondo la Yacoubi è l’azzeramento dei servizi essenziali per i cittadini e la difficoltà ad accedere in caso di urgenza a ospedali Dea di primo livello.
Mancano reali e adeguati piani di rientro, e non si coinvolge il sindacato che stante la latitanza politica-amministrativa rimane unico organo in grado di raccogliere, comprendere e coniugare le esigenze dei cittadini con quelle dei lavoratori.
La FSI ha iniziato una campagna per denunciare ed evidenziare gli sprechi, partendo proprio da quelli in sanità, tanti, comprese strutture mai utilizzate altre stupidamente chiuse, e costi farmaceutici.
La Yacoubi continua “…perchè per il privato viene accreditato solo ciò che crea profitto e il resto ovvero i servizi che costano come pronto soccorso e rianimazione devono stare solo in carico al pubblico? Pubblico e privato dovrebbero integrarsi sulla base di bisogni e qualità “ .
Sarah Yacoubi parla di discrepanze nella diagnostica, con strumentazione in numero più alto che a Roma; e prescrizioni che si fanno anche quando non servono: “a chi giova?”
Non tagli, dunque, per la FSI, ma una razionale riqualificazione intervenendo sugli sprechi, cosa che non è possibile fare senza un deciso ed univoco indirizzo regionale e con il perpetrarsi del cattivo costume di individuare i direttori generali per appartenenza politica in perfetto stile da “manuale Cencelli” e non per effettive capacità manageriali e cultura del sociale. Infatti tutti i direttori generali sinora succedutisi negli anni si sono esibiti in artificiosi tecnicismi atti a far apparire il pareggio di bilancio aziendale ma ciò sacrificando e tagliando sul personale nonché esternalizzando servizi a privati con conseguente calo della qualità della prestazione.
La guardia è alta e tale resterà. La FSI non molla sulla sanità come su altri aspetti critici della società civile.
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