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Equo compenso, il Parlamento preme sul Governo

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Mozioni da tutti i partiti: sollecitati interventi a favore delle partite Iva.

L’equo compenso per il professionista diventa una priorità per il Governo. L’impegno è stato assunto ieri dal sottosegretario di Stato per la Giustizia, Vittorio Ferraresi, durante il dibattimento a Montecitorio. Il sottosegretario si è dichiarato favorevole ad adottare interventi normativi per garantire l’effettiva applicazione del principio dell’equo compenso per le prestazioni svolte da professionisti a favore delle pubbliche amministrazioni, grandi imprese, banche e assicurazioni e ad avviare una mirata interlocuzione con tutte le professioni ordinistiche per poter elaborare una proposta normativa coerente e unitaria sul tema.

Ad invitare l’esecutivo ad affrontare le molte questioni aperte sul mondo delle professioni, in primis quella di un adeguata remunerazione delle prestazioni, è stata la Camera, dove ieri sono state approvate, con voto bipartisan, alcune parti di cinque diverse mozioni a tutela dei professionisti, presentate dal Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Gruppo misto e Pd e co-firmate praticamente da tutte le forze politiche. Le mozioni spaziavano su diverse questioni, alcune di interesse generale, altre invece relative a specifiche categorie professionali, come avvocati, veterinari, personale socio-sanitario.

L’obiettivo delle mozioni era da una parte quello di ridurre le differenze che oggi esistono tra lavoratori dipendenti, tutelati da una serie di norme, e lavoratori autonomi spesso senza tutele, dall’altra di risolvere problematiche contingenti relative a tutte le partite Iva o ad alcuni specifici settori. Si è quindi parlato di equo compenso e welfare, ma anche dell’aumento di borse di studio per gli specializzandi in medicina e della riformulazione della legge che consente alle farmacie di avere anche un socio unico di capitale, norma che ha aperto la strada a colossi stranieri a scapito dei professionisti nostrani.

Il Governo è invitato a prevedere che ogni nuova misura di welfare prevista per i dipendenti sia estesa anche ai titolari di partita Iva, a prendere iniziative per sostenere i liberi professionisti in difficoltà, a offrire loro servizi dedicati alla consulenza e all’orientamento su fisco e welfare, a tutelarli nei contratti commerciali e nei ritardati dei pagamenti. Ma non è tutto. L’esecutivo è anche invitato ad assumere ogni iniziativa di tipo normativo finalizzata a favorire la formazione trai professionisti, a semplificare il regime tributario e fiscale (incluso il sistema degli Isa, gli indici sintetici di affidabilità) e a valutare la possibilità di una progressiva eliminazione dell’obbligo di trasmissione delle liquidazioni trimestrali dell’Iva.

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Sole 24 Ore

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