Tutto quello che c’è da sapere su questa patologia, caratterizzata dalla fuoriuscita di sangue improvvisa da un vaso all’interno del cervello.
L’emorragia cerebrale è una condizione patologica caratterizzata dlla fuoriuscita di sangue improvvisa da un vaso all’interno del cervello. Questa fuoriuscita può essere più o meno consistente e può interessare sia un vaso arterioso che un vaso venoso. In concreto, un vaso si rompe per diversi motivi che vedremo, solitamente si tratta di un’arteria, e si ha un versamento ematico che chiaramente causa diversi problemi.
Cause e principali fattori di rischio – Tra tutte le cause dell’emorragia cerebrale l’ipertensione arteriosa è senza dubbio uno dei fattori di rischio principali, stiamo parlando di un’incidenza del 70% circa. Le arterie del cervello, infatti, a causa degli elevati valori della pressione, possono subire delle rilevanti modifiche nella struttura, modifiche che possono portare alla rottura. Per questo motivo è sempre bene tenere sotto controllo la pressione, se è il caso anche con un holter pressorio, sarà il medico curante a stabilirne la necessità e a consigliare, caso mai, anche un controllo con l’holter cardiaco.
Se invece l’arteria si rigonfia, si tratta di un aneurisma dovuto solitamente a una predisposizione genetica. Ci sono poi altre cause, tra cui la deposizione di sostanza amiloide all’interno delle pareti dei vasi sanguigni. In questo caso si tratta di angiopatia amiloide. Il trauma cranico, invece, è molto frequente nei soggetti sotto i 50 anni, e per trauma cranico si intende un trauma dovuto a un’incidente di varia natura. Ancora tra le cause troviamo piastrinopenie e disturbi della coagulazione, ma anche emofilia o leucemie, malattie del fegato e tumori cerebrali. In alcuni casi anche alcuni trattamenti con farmaci anticoagulanti può portare a un’emorragia cerebrale.
Come riconoscere i sintomi – Non sempre è facile riconoscere i sintomi di questo problema, perché molto spesso compaiono all’improvviso e possono peggiorare con molta velocità. Inoltre possono variare a seconda della localizzazione dell’emorragia, se si è verificata in zone più o meno superficiali. L’emorragia cerebrale è molto rischiosa e viene considerata un’emergenza. Il sangue che si riversa e accumula nel cervello può arrivare a comprimere il tessuto cerebrale, fino a limitarne in modo consistente l’afflusso di sangue.
La pressione intracranica aumenta e si può anche perdere conoscenza, fino al coma e in ultima istanza alla morte. Un mal di testa forte e improvviso potrebbe essere uno dei sintomi. Tra gli altri sintomi più comuni si segnalano formicolii e intorpidimenti del volto o degli arti (più spesso solo un lato), perdita della vista temporanea, difficoltà nel parlare, scrivere o leggere, difficoltà nella deglutizione, tremori agli arti superiori. Se si ravvisa uno di questi sintomi, ci si deve sottoporre a una visita quanto più in fretta possibile.
Diagnosi – Per effettuare una diagnosi si può effettuare una tomografia computerizzata (TC), che permette anche di valutare con esattezza l’entità delle eventuali lesioni neurologiche. Mediante un’angiografia, invece, si possono rilevare eventuali aneurismi, tumori cerebrali o malformazioni delle vene e delle arterie. La risonanza magnetica è utilizzata per controllare il riassorbimento dell’ematoma, qualora vi sia. La rachicentesi, una puntura lombare, è invece effettuata periodicamente nei pazienti a rischio per verificare l’eventuale presenza di sangue nel fluido spinale.
Terapie consigliate – Inutile dire che il tipo di terapia varia a seconda del tipo di emorragia da cui si viene colpiti. Generalmente si opta per un trattamento farmacologico nei casi meno seri, mentre l’opzione chirurgica viene lasciata a quelli più complessi. In ogni caso, prima di tutto si deve comprendere la causa e poi agire di conseguenza per ridurre il rischio di espansione della perdita ematica.
Per quanto riguarda la terapia farmacologica, solitamente vengono prescritti antipertensivi nelle fasi più acute, in modo da stabilizzare il flusso sanguigno nel cervello. A seconda della circostanza possono essere somministrati antidolorifici e diuretici. Alla chirurgia si ricorre se l’ematoma è maggiore di 3 centimentri o se viene diagnosticata una lesione strutturale o un’emorragia lobare, soprattutto nel caso il paziente sia giovane. La capacità di ripresa dipende da diversi fattori, dall’età e dallo stato di salute del paziente. Rimane comunque un buon consiglio allertare il medico tempestivamente.
Redazione Nurse Times
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