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Emergenza caldo: l’utilità del Chief Heat Officer

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Ondate di caldo, il Lazio attiva il piano di prevenzione
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Il clima sta cambiando e la figura del Chief Heat Officer è sempre più opportuna, ma in Europa solo la Grecia se ne è dotata.

Uno dei monumenti più famosi d’Europa, nonché il sito più visitato della Grecia, ha dovuto chiudere per il caldo: l’acropoli di Atene è rimasta deserta nelle ore centrali della giornata, già inondata dal calore nella prima metà di giugno. Anche la scorsa estate il sito era rimasto chiuso per la tutela della salute dei turisti nelle ore più calde, ma nel giugno 2024 le temperature registrate sono state le più precoci di sempre.

Intanto le città turistiche si adattano come possono alla “nuova anormalità” climatica. A Roma, per esempio, sono stati posizionati alberi in vaso vicino ad alcune fermate dei mezzi per offrire un po’ di ombra a chi attende il bus. Piantare alberi nelle città è una strategia contro le isole di calore urbane: uno studio del 2023 pubblicato su Lancet ha considerato le morti attribuibili al caldo nell’estate 2015 in 93 città europee e calcolato che aumentare del 30% gli alberi ne avrebbe evitate 2.600.

L’apertura notturna di parchi e piscine all’aperto non è più un fatto tanto eccezionale nei mesi più caldi dell’anno, mentre alcune città come Atene, Miami, Phoenix, Los Angeles, Freetown hanno istituito una figura, il Chief Heat Officer, incaricata di prevenire ricoveri e decessi dovuti alle temperature estreme, pianificare infrastrutture e aree verdi resistenti al caldo, categorizzare i livelli di pericolosità delle ondate di calore, così che ci si possa preparare al loro arrivo.

Lo scopo del Chief Heat Officer è dunque quello di creare un piano strategico per ottenere infrastrutture resilienti, modernizzate e resistenti al calore, ma anche un piano in grado di eliminare quelle vulnerabilità sociali che creano le disuguaglianze. Ricordiamo che le zone più povere sono le più inquinate e le più esposte alle ondate di calore, alle morti premature e ai ricoveri. Perché ciò avvenga occorre adoperarsi per creare consapevolezza attraverso il coinvolgimento della comunità, delle aziende, delle organizzazioni no profit, di ospedali e cliniche, ma anche delle istituzioni.

In Europa è la sola Atene ad aver ritenuto necessario, prima che utile, dotarsi di questa figura professionale, nominando già da qualche anno Eleni Myrivili come Chief Heat Officer. In una recente intervista ha parlato dei tre pilastri su cui si fonda il piano d’azione nella capitale greca: analisi dei dati per la classificazione delle ondate di calore e, di conseguenza, dei relativi rischi per la salute umana; protezione delle persone più vulnerabili; miglioramento delle infrastrutture (anche, e soprattutto, quelle verdi).

Myrivili è la prima e unica persona in Europa a ricoprire una posizione del genere, sebbene il caldo asfissiante e la mancanza di precipitazioni si stiano facendo sentire anche fuori da Atene. In molte zone d’Europa e d’Italia si sono toccate temperature superiori ai 40 gradi, con punte che hanno toccato i 48. In Italia abbiamo assistito – e stiamo assistendo – a numerosi incendi da Nord a Sud. Tra le regioni più martoriate vi sono Sicilia, Sardegna, Puglia, Calabria, diverse zone del Lazio e della Campania. Ciononostante, l’unico “assessore al caldo” europeo resta attualmente Eleni Myrivili.

Anna Arnone

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