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Donazione di organi: indagine conoscitiva su opinioni e conoscenze degli studenti di scuola superiore

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La dott.ssa Di Lernia Antonella, infermiera 118 Basilicata presenta la sua indagine conoscitiva sulle opinioni e conoscenze degli studenti delle scuole superiori in merito alla donazione di organi.

La dott.ssa Di Lernia si laurea presso l’Università Cattolica Sacro Cuore Roma.

La donazione degli organi è un atto di grande civiltà e di rispetto verso la vita. Donare vuol dire regalare, dare spontaneamente senza alcuna ricompensa qualcosa che ci appartiene.

Il dono esige grande altruismo e forte consapevolezza di questa forma squisita di solidarietà. Pur rimanendo rispettabile la scelta di coloro che rifiutano questo “atto d’amore”, la società e le istituzioni non possono restare imparziali.

In Italia stanno aumentando esponenzialmente il numero di donatori di organi e in maniera direttamente proporzionale di trapianti, per tale ragione  Si dovrebbe continuare a promuovere oltre a campagne pubblicitarie anche momenti di educazione e di sensibilizzazione nel mondo della scuola e della famiglia, per rendere ogni cittadino consapevole del fatto che donare sia un piccolo gesto da cui prende vita un grande sogno: quello di continuare a vivere.

È da quest’idea che ho deciso di realizzare una ricerca su una fascia d’età ormai matura e cosciente, allo scopo, di raccogliere i loro punti di vista sul tema della donazione di organi.

Mi sono offerta, infatti, di eseguire uno studio osservazionale e, tale progetto, voleva presentarsi come un’indagine conoscitiva, sulle predisposizioni e conoscenze degli studenti delle scuole superiori alla donazione degli organi.

Da quanto emerso dai dati raccolti a molti studenti piacerebbe diventare donatori di organi. La maggioranza è  favorevole alla donazione e pensa che donare sia un atto di grande civiltà. Si ritengono, inoltre, abbastanza interessati sull’argomento.

Ci sono tuttavia molte lacune sulle conoscenze legate all’accertamento della morte del donatore ed alla propensione delle religioni all’atto della donazione.

Questa esperienza mi ha fatto comprendere che per un infermiere è necessario esercitare nella nostra società la “funzione educativa” al fine di potenziare e sostenere presso le giovani generazioni la “cultura della donazione” in modo da poter garantire, anche per il futuro, un volontariato del dono che mantenga o potenzi il tasso annuale delle donazioni di organi e tessuti.

La scuola rappresenta il veicolo privilegiato per la formazione delle coscienze e l’educazione alla solidarietà attiva, dimensioni essenziali della persona nella sua integralità.

Lavorare con la scuola rappresenta anche un’occasione privilegiata per attivare un dialogo e un dibattito con gli studenti al fine, di promuovere quella “cultura” necessaria a valorizzare le capacità personali di autodeterminazione di ognuno. 

I giovani rappresentano una parte di popolazione su cui lavorare per aumentare la “cultura del dono”, poiché portano il loro apprendimento in famiglia e nel gruppo sociale di appartenenza, creando momenti di confronto su un tema come la morte, che spesso viene evitato. Le capacità di apprendimento dei giovani e la loro disponibilità non può essere trascurata.

Gli interventi informativi nel mondo scolastico rappresentano, pertanto, una scelta importante sotto il profilo strategico perché la scuola è una parte del processo educativo dell’individuo, è momento di transito di tutta la popolazione giovanile. Per questo è necessario secondo il mio modesto parere eseguire campagne conoscitive annualmente in tutte le scuole superiori in modo tale da aumentare la preparazione dei giovani sull’argomento.

Lo studio osservazionale  consisteva nella somministrazione di un questionario In alcuni istituti superiori della Basilicata.

L’obiettivo di tale studio è quello di raccogliere nelle scuole delle informazioni circa:

  • Le conoscenze dei ragazzi sulla donazione degli organi;
  • Le loro opinioni in modo spontaneo su tale tema, senza preoccuparsi del giudizio altrui;
  • La loro predisposizione alla donazione di organi.

L’Indagine è stata realizzata attraverso la somministrazione di un questionario semi strutturato e somministrato agli studenti di una fascia d’età che va dai 18 ai 21 anni.

Il campione è composto da 113 soggetti, rispettivamente 47 Donne e 66 Uomini. E’ stata individuata questa fascia d’età perché si presuppone che gli intervistati possano aver raggiunto uno stato di maturità mentale tale da renderli autonomi nella scelta delle “decisioni” sull’argomento.

Il questionario composto da 22 items.

Voleva un’autovalutazione degli alunni, sulle loro conoscenze in merito, alla donazione degli organi. In tutti gli istituti ove è stato possibile eseguire lo studio di ricerca, la risposta è unanime. La maggioranza totale si ritiene abbastanza informata sull’argomento (67%) e si ritengono abbastanza interessati.

Il 47% degli intervistati totali ritiene che la donazione degli organi è un atto di grande civiltà.

Per quanto riguarda l’acquisizione di informazioni sulla donazione di organi, il 54% afferma di aver ricevuto nozioni attraverso la rete internet e/o da programmi televisivi, il 20% dichiara di aver ricevuto informazioni su tale argomento nelle scuole, il 14% dai genitori e il restante degli intervistati afferma di non aver mai ricevuto informazioni su tale tematica.

Gli studenti credono inoltre che, la scuola possa avere un ruolo molto determinante nello sviluppo della cultura della donazione degli organi. Per quanto concerne l’importanza di discutere in ambito famigliare il consenso alla donazione di organi dopo la morte: Il 75% degli intervistati pensa che sia giusto parlarne, perché, se non c’è dichiarazione di volontà in vita la decisione è demandata ai familiari.

Il 54% degli intervistati ritiene che non è possibile decidere in vita a chi verranno donati i propri organi, in quanto viene stabilito, in base ad urgenze ed istocompatibilità.

La maggior parte degli intervistati non conosce l’opinione delle principali religioni in merito alla donazione di organi. Il 30% degli alunni presume che le maggiori religioni sono favorevoli alla donazione degli organi e, il 19% suppone che le maggiori religioni non siano favorevoli.

La stragrande maggioranza degli intervistati considera la donazione come l’asportazione di tessuti e organi da un vivente o da cadavere a un ricevente; affermano infatti che scegliere di donare a uno o più pazienti (in molti casi in fin di vita) da la possibilità di guarire e riprendere una vita normale.

Il 57% degli intervistati non reputa possibile confondere la morte cerebrale e il coma. Il 38% degli intervistati totali pensa di non conoscere le differenze tra morte cerebrale e coma. La prevalenza numerica, con il 70% suppone, che la morte cerebrale è la totale ed irreversibile perdita di tutte le funzioni cerebrali.

La maggior parte degli studenti presume che la morte del donatore viene accertata quando il cuore cessa di battere e, solo il 20% presume che la morte dello stesso è accertata dalla morte cerebrale. 

Gli intervistati, inoltre, sono a conoscenza che la donazione di organi avviene solo dopo che è stata accertata la morte cerebrale.

L’86% degli studenti totali ritiene che i trapiantati, in seguito all’intervento, riprendono a lavorare, viaggiare e fare sport.

I soggetti in età fertile possono avere figli e, le giovani donne trapiantate possono portare a termine una gravidanza. Il 64% del totale degli intervistati pensa che non vale il silenzio assenso, ma viene effettuato un colloquio con i familiari, i quali possono dare o meno il consenso.

Il 18 % degli studenti suppone che in Italia non vale il Silenzio Assenso.

La prevalenza dei ragazzi di tutti gli istituti  ritiene, che l’ufficio anagrafe del comune, può raccogliere e registrare la dichiarazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti del cittadino al momento del rinnovo o rilascio della carta d’identità.

Il 95% degli intervistati  si ritiene favorevole alla donazione. Per quanto concerne la volontà nel diventare donatori, al 58% dei ragazzi piacerebbe diventarlo.

Il 33% invece, non sa ancora se vorrebbe essere un donatore di organi, il 9% afferma di non voler diventare un donatore di organi.

In conclusione, posso affermare che durante la somministrazione dei test ho riscontrato grande interesse da parte degli studenti sull’argomento, tale, da permettermi  di effettuare la così tanto discussa educazione sanitaria.

Infatti, ho avuto numerose domande dagli studenti stessi.

Ho inoltre rilevato la presenza di due donatori di sangue, due di midollo Osseo e un donatore di Organi.

Compito dell’infermiere è proprio eseguire educazione sanitaria per accrescere le conoscenze dei giovani in modo, da ampliare la lista dei donatori e permettere grazie a tale gesto di salvare vite, regalare speranze e una seconda possibilità ai riceventi di organi ma anche alle loro famiglie, e ai loro  amici.

Perché non si finisce mai di fare del bene. E’ questo che contraddistingue gli uomini.

Di Lernia Antonella

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