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Diagnostica influenza intestinale, volontario del soccorso e operatore 118 imputati per omicidio colposo

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OSPEDALE SAN RAFFAELE AMBULANZA
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Un operatore del 118 di Bolzano è stato imputato per omicidio colposo in concorso insieme ad un volontario del soccorso. Il primo ricevette la richiesta di aiuto telefonica e gestì il soccorso, il secondo era il caposquadra dei volontari presenti sull’ambulanza.

In occasione di una richiesta di soccorso da parte di una donna di 76 anni, il Giudice per le Indagini Preliminari avrebbe ravvisato profili di responsabilità per la morte della paziente.
I fatti risalgono a 4 anni fa, la tragica vicenda si concluse con la morte per un’emorragia intestinale della paziente.
L’anziana, in trattamento con farmaci anticoagulanti, non si sentiva bene da giorni. La figlia si era rivolta prima della morte al medico di famiglia riferendo di una persistente addominalgia diffusa e raccontando di avere visto “alcuni episodi di diarrea nera”.
Il camice bianco, pur non visitando la paziente, ipotizzò un’influenza intestinale.

Due giorni dopo, però, con l’aggravarsi della situazione, la figlia telefonò alla guardia medica, la quale le disse di chiamare immediatamente il 118 per richiedere un’ambulanza per trasportare l’anziana con urgenza in ospedale.

 

L’operatore del 118 che ricevette la telefonata attribuì al caso un codice giallo inviando un mezzo a casa della paziente.

Il caposquadra dell’equipaggio, pur non avendo alcuna qualifica sanitaria, improvvisò una vera e propria visita medica alla signora, tranquillizzando i famigliari.

 

Al termine del grottesco esame obiettivo, avrebbe confermato la diagnosi di influenza intestinale, omettendo di trasportare la donna in ospedale, poiché a suo giudizio non necessario.

 

Il giorno successivo la signora morì.

 

La figlia presentò quindi un esposto in Procura della Repubblica e, a conclusione degli accertamenti, era stata chiesta l’archiviazione del caso.

 

Il Giudice per le indagini preliminari respinse la richiesta disponendo l’imputazione coatta nei confronti dei due indagati.

 

Secondo l’ipotesi accusatoria, quindi, i due operatori non avrebbero considerare nella maniera adeguata la situazione clinica nella quale versava la paziente. Ignorarono volutamente la valutazione clinica allarmante effettuata al telefono dal medico di guardia.

 

L’operatore del 118 ed il volontario del soccorso si sarebbero difeso sostenendo di non essere stati informati adeguatamente della valutazione fatta in precedenza dal medico d’urgenza.

 

Simone Gussoni

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