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Diabete, “Sì ai nuovi strumenti di automonitoraggio della glicemia, ma con regole precise”

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Diabete, “Sì ai nuovi strumenti di automonitoraggio, ma con regole precise”
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Lo dice la Società Italiana di Diabetologia (SID), che ha redatto un apposito documento di consenso.

Nuovi strumenti di automonitoraggio della glicemia sempre più “friendly” e a misura dei nativi digitali, tecnologie più piccole e performanti, che facilitano la vita dei pazienti affetti da diabete. Ma il loro corretto uso necessita di regole ancora da scrivere. Ecco perché la Società Italiana di Diabetologia (SID) ha redatto un documento di consenso su questi nuovi strumenti intelligenti di automonitoraggio per analizzarne i pro e i contro.

Il professor Francesco Purrello, presidente del DID, dichiara: “È un documento che sta analizzando quali sono i vantaggi. C’è ancora qualche punto da chiarire meglio riguardo a queste tecnologie, che stanno avanzando in maniera veramente impetuosa nell’ambito del controllo della glicemia nel paziente con diabete”. Insomma, ci troviamo di fronte a un cambiamento epocale, che va però governato, come sottolineato ancora Purrello: “Si tratta di una declinazione completamente differente, che arriverà a mettere in discussione alcuni nostri tabù. Noi eravamo, e lo siamo ancora, con l’emoglobina glicata, come parametro fondamentale per stabilire se un paziente è in buon controllo oppure no. Or potendo guardare in maniera continua, si passa a un’altra cosa. Si chiama time ranging, il tempo in cui il paziente passa la giornata dentro un determinato range, che il suo diabetologo ha stabilito”.

L’uso di questi nuovi device di automonitoraggio della glicemia danno benefici sia alle persone che li usano sia al medico diabetologo che segue i pazienti. La professoressa Simona Frontoni, direttore UOC Endocrinologia, Diabetologia e Malattie metaboliche dell’ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina, spiega: “Danno un contributo sostanzioso al paziente per la qualità di vita e per la non necessità di pungersi troppo, e quindi per la facilità di acquisire il dato. Danno sicuramente un grande contributo, sempre al paziente, perché, essendo dotati di frecce di tendenza, gli permettono di prendere decisioni che in qualche modo tengono conto dell’anticipazione di ciò che avverrà. Quindi, ad esempio, evitare l’ipoglicemia. E poi sono sicuramente di supporto a noi diabetologi nell’interpretazione del dato”.

Fondamentale, secondo i diabetologi, evitare il fai da te del paziente. Il professor Agostino Consoli, presidente eletto della SID, dà alcuni consigli a coloro che utilizzano questi nuovi strumenti di automonitoraggio della glicemia. “Bisogna sapere che misurare non vuol dire controllare. Il sistema sicuramente aiuta a prendere decisioni e a mantenersi in sicurezza, ma non sostituisce la necessità di somministrarsi le giuste quantità di insulina al momento opportuno”.

Redazione Nurse Times

Fonte: Askanews

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