Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma del presidente nazionale del sindacato infermieristico (foto).
Accogliamo con estrema soddisfazione la decisione del neo ministro della Salute, professor Orazio Schillaci, che a pochi giorni dal suo insediamento, sembra avere già compreso la linea concreta da adottare per avviare il lento e complesso lavoro di ricostruzione del Sistema sanitario italiano. Ci riferiamo alla decisione di reintegrare, ben prima del 31 dicembre prossimo (come era stato inizialmente stabilito dalle Regioni), gli operatori sanitari non vaccinati attualmente sospesi. Inoltre il ministro ha annunciato la cancellazione della multa di 100 euro per tutti gli over 50.
Confermata, quindi – ed era ora – la strategia di ridurre le restrizioni, per noi fondamentale, soprattutto alla luce di quella carenza strutturale di 80mila infermieri che rappresenta più che mai una voragine da sanare. C’è grande soddisfazione da parte nostra, dal momento che per mesi abbiamo sollevato la questione del reintegro dei professionisti non vaccinati attraverso accurati appelli, rivolti a tutte le aziende sanitarie e alla politica. In piena pandemia avevamo naturalmente messo in evidenza che questi colleghi andavano reinseriti, anche in ambiti diversi, lontano dai soggetti a rischio. Bisognava reintegrarli per non disperdere il patrimonio di competenze che essi rappresentavano e per tutelare la loro posizione.
Ciò che ci ha fatto poi particolarmente indignare – non esitiamo a sottolinearlo nuovamente con forza – è che, nonostante il graduale ridimensionamento dell’allarme contagi, il Governo nulla aveva fatto per modificate la legge vigente, continuando a lasciare a casa i sanitari sospesi, con le Regioni che, paradossalmente, andavano a sanare la gravi carenze sopprimendo posti letto, oppure inserendo personale extracomunitario (vedi il caso dell’Emilia Romagna e della provincia di Treviso), o addirittura inventandosi di sana pianta la figura dei super oss (vedi l’emblematica vicenda del Veneto).
Sin dall’inizio, e i nostri comunicati stampa ne sono prova evidente, abbiamo mantenuto una posizione molto critica al riguardo, perché le aziende sanitarie, prima di procedere alla sospensione degli operatori, avrebbero dovuto organizzare e pianificare programmi operativi finalizzati a individuare le migliori modalità per compensare le attività che venivano meno e che avrebbero dovuto svolgere gli operatori sospesi. Nella maggior parte dei casi questo non è avvenuto, perché molte aziende sanitarie hanno applicato le norme in maniera letterale, sospendendo operatori di varie qualifiche sanitarie e facendo gravare sugli altri dipendenti i turni che dovevano essere garantiti dagli operatori sospesi. Insomma, un vero e proprio massacro.
Tutto questo non era e non è accettabile in alcun modo. I nostri operatori sono donne, uomini, madri e padri, molti dei quali, per ben due anni, si sono praticamente allontanati dalle loro famiglie a causa dei turni massacranti a cui sono stati obbligati. Senza dimenticare la criticità di uno stipendio che ancora oggi non fa il paio con il mutato costo della vita, collocando gli infermieri e le altre professioni sanitarie non ricomprese nella dirigenza sanitaria tra le professioni economicamente più disagiate. Ben venga, quindi, la decisione del ministro Schillaci di avviare il graduale reintegro dei sanitari non vaccinati e sospesi, dando un segnale forte rispetto alla necessità di ricostruire il nostro sistema e mettendo al centro del progetto i nostri professionisti.
Redazione Nurse Times
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