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Ddl Malattia: reclusione (o multa) per le false attestazioni?

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Ddl Malattia: reclusione o multa per le false attestazioni?
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E’ quanto propone l’emendamento presentato dal vicepresidente della commissione Giustizia del Senato, Alberto Balboni.

Reclusione fino a un anno oppure multa da 51 a 516 euro per chiunque attesti “falsamente una grave malattia, o un infortunio, o un intervento chirurgico” per ottenere la sospensione di adempimenti a suo carico. E’ quel che si legge nell’emendamento del vicepresidente della commissione Giustizia del Senato, Alberto Balboni (foto), al disegno di legge trasversale sul differimento dei termini per seri motivi di salute del professionista, depositato prima del limite, fissato per oggi alle 14, per presentare nuove proposte di modifica.

È una correzione, riferisce, che punta a “far applicare la medesima pena prevista dall’articolo 481 del Codice penale” (che riguarda l’avvocato, il medico, o qualsiasi altra persona eserciti servizi di pubblica necessità), estendendola ai componenti di tutte le categorie professionali e che, si apprende, potrebbe incontrare il favore (e, quindi, la sottoscrizione) di due esponenti del centrodestra a palazzo Madama, ossia Erika Stefani e Giacomo Caliendo. Intanto Balboni conferma che “alla ripresa dei lavori, la prossima settimana, torneremo a insistere per la concessione della sede deliberante”, con l’intento di velocizzare l’iter.

In giornata, come accennato, si conosceranno le iniziative emendative della maggioranza, orientata ad analizzare, aveva spiegato la relatrice Grazia D’Angelo, le ricadute delle norme sulla pubblica amministrazione e gli effetti dell’eventuale slittamento delle entrate nelle casse dello Stato, affinché nasca una disciplina “ben calibrata”, che non apra la strada al contenzioso (si veda anche ItaliaOggi del 24 dicembre 2020).

Nel frattempo il primo firmatario del ddl, il senatore Andrea de Bertoldi, potrebbe rimuovere la sua correzione che mira a congelare pure “i termini di prescrizione e decadenza in materia di liquidazione, controllo, accertamento, contenzioso e riscossione” a favore degli enti impositori, di quelli previdenziali e degli agenti della riscossione. “Mi riservo di approfondire la questione, in vista del possibile ritiro”, dichiara a seguito di una serie di obiezioni sollevate nell’ambiente delle Casse pensionistiche private sulle “conseguenze sui bilanci e sulla continuità contributiva degli iscritti” di tali sospensioni.

Redazione Nurse Times

Fonte: Italia Oggi

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