Solo 18 dipendenti su 37 hanno detto sì al siero anti-Covid. Il primo cittadino esorta i contrari a cambiare idea e chiede l’intervento del Governo.
Quando il team di vaccinatori nominato dall’Ausl Romagna è giunto alla residenza per anziani “Camilla Spighi” di Bagno di Romagna (Forlì-Cesena), gestita in via diretta dal Comune, ben 19 operatori sanitari su 37 si sono rifiutati di ricevere il siero Anti-Covid. Lo hanno invece accettato in 18, praticamente la metà.
Il sindaco Marco Baccini (foto) è allora passato al contrattacco, inviando una lettera ai dipendenti ed esortandoli a cambiare idea. “Altrimenti sarò costretto a prendere provvedimenti severi – ha detto –, come la sospensione. E non escludo il licenziamento. Questo perché non sarebbero nelle condizioni di svolgere il loro lavoro, ovvero tutelare la salute degli ospiti”.
Entro lunedì 11 gennaio i 19 dissidenti dovranno rendere nota la loro decisione. Intanto Baccini rincara la dose: “Il problema è di portata nazionale ed evidenzia un vuoto normativo. Il vaccino è facoltativo e tutto ciò apre scenari in cui si corrono gravi rischi. Perché non viene reso obbligatorio per legge? I pericoli sarebbero inimmaginabili se medici e infermieri decidessero di non vaccinarsi. E se il Comune dovesse ricollocare i dipendenti no vax, dovrebbe assumerne altrettanti”.
Il sindaco ha anche scritto una lettera al premier Giuseppe Conte e al ministro della Salute, Roberto Speranza. “A fronte di una simile situazione e di un simile scenario – vi si legge – vi chiedo quali azioni il Governo voglia immediatamente intraprendere per superare un vuoto informativo e normativo che crea problemi gravi, imminenti e concreti ai livelli locali, con conseguenti assunzioni di responsabilità in capo a sindaci e amministratori nell’affrontare la gestione di un piano di uscita dalla pandemia che non può essere lasciato a iniziative individuali”.
Redazione Nurse Times
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