L’emergenza sanitaria da SARS-CoV-2 ha messo in evidenzia la totale inadeguatezza dell’attuale organizzazione del SSN in quanto sbilanciato verso una assistenza prettamente ospedaliera, dimenticando quella di prossimità.
La sanità post covid non può prescindere da un vero cambio di paradigma dell’assistenza, che deve essere votata ad una presa in carico in primis domiciliare della persona assistita e solo durante la fase acuta deve interessare le strutture deputate alla gestione delle acuzie.
In questi due anni di emergenza covid vissuta in prima linea in una struttura di emergenza/urgenza, ho rilevato ancor di più la necessità di rivedere l’attuale assetto organizzativo delle aziende sanitarie che deve vedere al centro del processo di cambiamento l’Infermiere di famiglia e di comunità. Il processo di cambiamento inizia da qui.
L’Infermiere di famiglia e di comunità si occuperà della presa in carico della persona assistita in tutto il percorso di cura in un continuum che va dalla condizione di pieno benessere fisico, psico e sociale a quella di malattia.
L’Italia ha inteso attuare il programma “Next Generation EU” implementato dall’Unione Europea per contrastare le conseguenze economiche e sociali indotte dalla pandemia in atto da Covid-19, attraverso il PNRR noto a tutti come Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Recovery Plan.
La missione 6 del PNRR è la misura di sostegno e di revisione della sanità post pandemica attraverso l’approvazione di progettualità innovative come gli Ospedali di Comunità, le Case di comunità e le Centrali Operative Territoriali, tutte volte al superamento di una visione ospedalocentrica della sanità.
Secondo le indiscrezioni con i 650 milioni di euro del Pnrrdestinati alla sanità in Puglia potrebbero essere realizzate 121 Case della salute, 36 ospedali di comunità.
Ma la domanda nasce spontanea, con quale personale?
La grave carenza di personale infermieristico rischia di far fallire il PNRR e nello specifico la misura 6, dove oltre ai “contenitori” è necessario aggiungere i contenuti e quindi le professionalità possedute dagli Infermieri.
Non si può più aspettare, il futuro inizia oggi e la programmazione del fabbisogno deve contemplare sin da subito il fabbisogno di personale anche alla luce delle innovazioni volute dal PNRR in cui non va dimenticata la telemedicina.
Non va dispersa neanche una professionalità, gli Infermieri non devono fuggire verso mete più ambite e meglio valorizzate come l’Inghilterra, la Svizzera e la Germania; ma per far questo è necessario dare loro il giusto riconoscimento economico e in termini di competenze avanzate.
Il vero cambiamento inizia da qui.
Dott. Gianfranco Infesta
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