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Dall’autoscopio al video-laringoscopio: 300 anni di evoluzione di uno strumento ormai di uso comune

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Dall’autoscopio al video-laringoscopio: 300 anni di evoluzione di uno strumento ormai di uso comune 13
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Il laringoscopio è uno strumento medico che permette di ottenere la visuale della glottide e quindi delle corde vocali ed eventualmente eseguire la procedura di intubazione.


È ormai uno strumento di uso comune per medici e infermieri, ma forse non tutti sanno che si tratti di un dispositivo che ha da poco compiuto 124 anni.


Correva l’anno 1895 quando per la prima volta venne nominato il laringoscopio in una rivista scientifica. Si trattava del Journal of Triological Society.


Risalgono all’inizio del ‘700 i primi tentativi compiuti dai medici dell’epoca di esaminare le corde vocali. Strumentazioni artigianali venivano realizzate dagli stessi clinici e modificate regolarmente per permetterne un uso più semplificato. Questa costante ricerca di migliorie ha permesso di ottenere lo strumento che noi tutti conosciamo oggi come laringoscopio.


Nel 1743, il francese M. Leveret, utilizzò quella che oggigiorno potremmo definire una spatola dentale pieghevole per rimuovere dei polipi localizzati a livello delle coane.


Nel 1807, il tedesco Philipp von Bozzini, realizzo uno speculum che permetteva di vedere all’interno del corpo umano. Era composto da due tubi metallici paralleli che permettevano il passaggio della luce del sole o di una candela e la visualizzazione delle parti anatomiche.

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Successivamente, nel 1855, anche Manuel Garcia sfruttò il sole come fonte luminosa per osservare la glottide utilizzando un dispositivo da lui stesso realizzato. Lo strumento era composto da due specchi.

Verso la Laringoscopia Diretta

Quarant’anni dopo, nel 1895, il tedesco Alfred Kirstein sviluppo “l’Autoscopio”. Era composto da un esofagoscopio ed un elettroscopio e permise la prima laringoscopia a visione diretta della storia. Il medico posizionò successivamente una lampadina elettrica sull’estremità prossimale, vicino ad una maniglia che permetteva di discostare l’epiglottide per poter visualizzare le corde vocali.

Nel 1913, il professor Chevalier Jackson, docente di laringoscopia presso il Jefferson Medical College in Philadelphia (Pennsylvania), realizzò una lama dotata di fonte luminosa distale. Vi incorporò inoltre una sezione scorrevole, che permetteva il passaggio di un tubo endotracheale o broncoscopia.

La Laringoscopia impiegata anche in Anestesiologia

Nello stesso anno, Henry Janeway, anestesista prezzo il Bellevue Hospital di New York, sviluppò un laringoscopio che permetteva all’anestesista di poter effettuare un’intubazione tracheale utilizzando una fonte luminosa distale alimentata da batterie inserite all’interno del manico. Inoltre aggiunse una tacca sulla lama che venne realizzata con una incurvatura sulla parte distale. 

Nonostante questo strumento non ebbe immediatamente grande popolarità, con il passare degli anni divenne uno strumento fondamentale nel campo dell’anestesiologia, permettendo di attuare l’anestesia intratracheale durante gli interventi chirurgici. Tale tecnica venne ulteriormente affinata durante la Prima Guerra Mondiale.

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Dai tempi di Janeway, continue modiche sono state fatte alla lama, per garantire migliori condizioni di intubazione. Nel 1941, Robert Miller (Pennsylvania) inventò una lama che presentava una parte ricurva prossimale ed una seconda curvatura nella parte distale. Nel 1943, Robert Macintosh ideò una lama interamente ricurva che permettesse di garantire una maggiore protezione per l’arcata dentaria superiore del paziente. 

Da allora sono state apportate continue migliorie ai dispositivi, che hanno permesso di raggiungere gli standard attuali di video laringoscopia.

Simone Gussoni

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