Sono proprio le forme gravi di Covid-19 a uccidere, anche in presenza di patologie preesistenti. È così nella maggior parte dei casi, la risposta viene dalle autopsie. Lo riferisce uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Patologia dell’Ospedale Universitario della Charité di Berlino, in Germania. La ricerca è stata pubblicata su Scientific Reports di Nature.
Sono state prese in esame le autopsie cliniche per comprendere il reale contributo delle condizioni di salute presenti prima del ricovero in ospedale.
“Le autopsie sono il gold standard per l’analisi delle condizioni mediche e delle cause di morte. Nel nostro studio hanno rivelato che, nonostante i pazienti soffrissero spesso di gravi condizioni di salute preesistenti, queste persone non sarebbero morte in assenza di infezione da Sars-CoV-2 in quel determinato momento” hanno detto gli studiosi.
“L’infezione da parte del nuovo ceppo del virus corona SARS-CoV-2 e la sua sindrome correlata COVID-19, – scrivono i ricercatori, – è stata associata a oltre due milioni di decessi in tutto il mondo. I pazienti più anziani e con condizioni di salute croniche preesistenti corrono un rischio maggiore di esito fatale della malattia. Tuttavia, mancano ancora informazioni dettagliate sulle cause di morte e sul contributo delle condizioni di salute preesistenti alla morte, che possono essere stabilite in modo affidabile solo dall’autopsia”.
Sono state eseguite autopsie su 26 pazienti deceduti dopo infezione da SARS-CoV-2 e COVID-19 presso l’ospedale universitario Charité di Berlino, in Germania, o presso ospedali universitari associati.
“Abbiamo valutato sistematicamente, – scrivono gli studiosi, – le cause di morte e le condizioni di salute preesistenti. Inoltre, sono state valutate le cartelle cliniche e i certificati di morte”.
“Nella stragrande maggioranza dei pazienti erano presenti diverse comorbidità, come ipertensione, cardiopatia ischemica e obesità. I nostri risultati rivelano che le cause di morte erano direttamente correlate al COVID-19 nella maggior parte dei deceduti, mentre non sembrano essere un risultato immediato di condizioni di salute preesistenti e comorbidità. Suggeriamo quindi che la maggior parte dei pazienti fosse morta di COVID-19 con solo implicazioni contributive di condizioni di salute preesistenti al meccanismo della morte” conludono i ricercatori.
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