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Corsa al tampone di chi non ha il Green Pass, Nursind Vicenza: “Ritmi di lavoro insostenibili. Possibile ricorso allo sciopero”

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Corsa al tampone di chi non ha il Green Pass, Nursind Vicenza: "Ritmi di lavoro insostenibili. Possibile ricorso allo sciopero"
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Il segretario provinciale del sindacato, Andrea Gregori: “Infermieri bardati per otto ore al giorno al solo scopo di garantire il divertimento altrui”.

“Una situazione insostenibile, una vera e propria follia, che mette a dura prova la sanità pubblica per garantire gratuitamente un tampone a chi non ha voluto vaccinarsi, impegnando decine e decine di infermieri in tutta la provincia, e non solo, a scapito di un servizio essenziale e urgente, che dovrebbe essere reso alle persone realmente ammalate”. Così Andrea Gregori, segretario provinciale di Nursind Vicenza, commenta la corsa al tampone di chi non ha ricevuto il vaccino anti-Covid per poter entrare nei ristoranti al chiuso, nei cinema e in tutti gli esercizi che prevedono l’esibizione del Green Pass.

Infermieri costretti a turni massacranti, bardati con tute protettive, mascherine, visiere, guanti per l’intera giornata lavorativa, in piena estate. “Per sostenere questi ritmi di lavoro ed eseguire migliaia di tamponi al giorno – prosegue Gregori – stiamo sottraendo risorse a chi avrebbe bisogno di assistenza all’interno degli ospedali. Una situazione davvero paradossale in uno Stato di diritto, in una Repubblica che dovrebbe porre al centro la persona”.

E ancora: “Sono un’assoluta follia le motivazioni che vengono addotte da queste persone, che si presentano ai diversi centri tampone, per avere un tampone a titolo gratuito. Si va dall’esigenza, naturalmente ‘urgente’, di accedere al ristorante con gli amici, di andare al casinò, di andare al parco divertimenti, di salire in aereo o in treno, nonché di andare in vacanza. Non mi sembrano diritti costituzionalmente rilevanti e che la sanità pubblica debba garantire. Chi vuole disporre della libertà di fare queste cose deve adeguarsi alle regole o, in alternativa, sostenere i costi del tampone”.

Gli infermieri lavorano incessantemente per garantire il divertimento altrui. “Come sanitari – sottolinea il segretario Gregori –, non siamo disposti a rimanere bardati otto ore al giorno per garantire il divertimento di qualcun altro, senza nemmeno una pausa per andare in bagno. Per di più siamo costretti a subire le continue lamentele per i tempi di attesa dei referti o le ulteriori, ridicole lamentele per il fastidio del tampone: un atteggiamento incivile e irresponsabile. Queste persone dovrebbero almeno avere la decenza di tacere, visto che approfittano della gratuità di tale servizio, a scapito di persone che ne avrebbero un reale bisogno”.

Una situazione talmente al limite da richiedere, secondo Gregori, l’eventuale ricorso allo sciopero: “Se entro lunedì non saranno prese decisioni serie da parte delle Aziende sanitarie del territorio in merito a questa follia collettiva, ci vedremo costretti, nostro malgrado, a dichiarare lo stato di agitazione di tutti i centri tampone del Veneto, nonché la relativa sospensione del servizio attraverso il diritto di sciopero. Dopo un anno e mezzo di sacrifici per salvare vite umane, non abbiamo nessuna intenzione di continuare a questo ritmo al solo scopo di garantire il divertimento di qualcun altro”.

Redazione Nurse Times

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