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Elisa, infermiera vaccinatrice “Dall’altra parte dell’ago”

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Elisa, infermiera vaccinatrice “Dall’altra parte dell’ago” 1
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Arrivano all’attenzione della nostra Redazione ([email protected]) le interessanti riflessioni di Elisa Pavesio, Infermiere Vaccinatore Volontario in Piemonte che ringraziamo

La vita mi ha insegnato che l’esempio vale più di mille parole, che i sacrifici e la fatica raggiungono sempre grandi obbiettivi. Che non importa quale sia il colore della pelle, la fede religiosa, la fede politica, l’età, il sesso e la classe sociale a cui appartieni la tua vita è PREZIOSA.

Mi ha insegnato che il bene si fa in silenzio e che l’umiltà vince sempre.

La vita mi ha insegnato che ascoltare non è sinonimo di sentire, che mettersi nei panni degli altri ti ricorda quanto siano comodi i tuoi. La vita mi ha fatto provare che la libertà esiste solo se è libertà al plurale e la libertà è una casa che ha le sue fondamenta nel rispetto di sè e degli altri.

Mi ha insegnato quanto sia grande l’accoglienza e povero il giudizio e che, in certe circostanze, il silenzio è più eloquente del più articolato e convincente dei discorsi. E a questo punto, se non hai già smesso di leggere, ti chiederai: ma perché mi scrivi queste cose?

Perché il momento che stiamo vivendo da quasi 24 mesi riguarda la vita di tutti, anche la tua, e il mestiere che ho scelto è proprio quello di proteggerla con tutti gli strumenti che ho a disposizione.

Non sono un medico, sono “solo” un infermiere, per cui nel rispetto della competenza, valore in cui credo profondamente, dovrai accontentarti della mia esperienza maturata attraverso l’esperienza di infermiere vaccinatore volontario.

La sicurezza e l’efficacia dei vaccini non l’ho soltanto studiata sui testi scientifici mentre mi preparavo all’esercizio della mia professione, l’ho vista negli occhi delle centinaia di persone che ho vaccinato, che sono vicine al migliaio, e che sono tornate per la seconda somministrazione in salute e con la consapevolezza di aver fatto un gesto di responsabilità personale e collettiva.

Ho avuto il privilegio di vaccinare quelli che la letteratura medica definisce “fragili” di fronte ai quali fragile mi sono sentita io, perché ancora una volta ho avuto la prova che chi è stato messo a dura prova dalla vita, non solo ne riconosce a pieno il valore, ma si fida della scienza e dei farmaci nuovi con ferma speranza di riuscire a stare meglio.

Il vaccino anti covid non è altro che un farmaco nuovo con tutte le carte in regola per essere somministrato. Ho vaccinato ragazzini adolescenti che nonostante un pò di paura dell’iniezione, non hanno esitato a scoprire il braccio perché non vedevano l’ora di ritornare sui banchi di scuola e alla vita, quella piena di colori.

I ragazzini e naturalmente le loro famiglie, sono per me la testimonianza più grande del coraggio e della determinazione che ci vuole per affrontare una difficoltà.

Ho vaccinato persone anziane che hanno accompagnato familiari, amici e parenti nell’ultimo viaggio dopo mesi di agonia, quando ancora il vaccino era una chimera. Ho vaccinato donne che portavano in grembo un altro meraviglioso dono della vita e che hanno deciso di proteggerlo ancor prima che si affacciasse al mondo.

Adesso manchi tu.

Ti aspetto…dall’altra parte dell’ago.

Elisa Pavesio, Infermiere Vaccinatore Volontario Regione Piemonte

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