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Coronavirus, visoni positivi in Danimarca: almeno 15 milioni saranno abbattuti

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Coronavirus, visoni positivi in Danimarca: almeno 15 milioni saranno abbattuti
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Il Governo ha deciso di eliminare tutti gli animali allevati sul territorio nazionale. Alcuni di loro hanno trasmesso una mutazione del virus all’uomo.

La Danimarca abbatterà tutti i visoni allevati nel suo territorio perché alcuni sono risultati positivi al coronavirus. Gli animali hanno trasmesso una mutazione di Sars-Cov-2 a 12 persone, e ciò potrebbe minacciare l’efficacia di un futuro vaccino per l’uomo.

Ad annunciarlo è la premier Mette Frederiksen in conferenza stampa: “Il virus mutato tramite il visone può creare il rischio che il futuro vaccino non funzioni come dovrebbe. È necessario macellarli tutti”. Ovvero dai 15 ai 17 milioni di animali, pari quasi al triplo dei cittadini danesi.

Nel Paese nordeuropeo è da giugno che il Governo ha ordinato l’abbattimento progressivo dei visoni. Da quando, cioè, i primi casi di infezione erano stati rintracciati in alcuni allevamenti dello Jutland del Nord. Quindi, il 16 ottobre, aveva disposto l’abbattimento di un altro milione e mezzo di animali. Finché ieri, 4 novembre, è stata decisa la macellazione totale, sebbene non siano ancora chiari i motivi dell’alta sensibilità al virus da parte di questi esemplari, né le cause di trasmissibilità dell’infezione agli uomini.

Sempre a ottobre il consorzio veterinario danese dello Statens Serum Institut e l’Università di Copenaghen avevano avvertito che “due nuove varianti di Covid-19 provenienti da allevamenti di visoni sono particolarmente preoccupanti”. In Danimarca le pelli di visone rappresentano circa un terzo delle esportazioni danesi in Cina e il valore dell’export si aggiura intorno al miliardo di euro all’anno. Il Paese è infatti il più grande produttore al mondo in questo settore, tanto che il Danish Agriculture and Food Council conta circa 1.500 allevatori, che producono quasi 19 milioni di pelli ogni anno.

Come riporta il sito del ministero della Salute, nel corso della pandemia sono stati registrati da diversi Stati casi di positività in animali sia allevati, che domestici. Gatti, visoni e cani sono risultati positivi al test per la Sars-Cov-2 dopo essere entrati in contatto con persone infette o sospette. Alcuni gatti hanno inoltre mostrato segni clinici di malattia, mentre nei visoni allevati è stata rilevata una sintomatologia respiratoria e un aumento del tasso di mortalità.

Il ministero della Salute precisa comunque: “Non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici giochino un ruolo epidemiologico nella diffusione del virus, che riconosce il contagio inter-umano come via principale di trasmissione. Tuttavia, poiché la sorveglianza veterinaria e gli studi sperimentali suggeriscono che alcune specie animali, come lontre, tassi, donnole, martore, faina, puzzole e felini, sono suscettibili a Sars-Cov-2, è importante proteggere gli animali da pazienti affetti da Covid-19, limitandone l’esposizione”.

Come precauzioni da adottare nei confronti di animali potenzialmente infetti, restano valide le principali misure igieniche, come lavarsi spesso le mani con acqua e sapone, igienizzarle prima e dopo essere stati a contatto con gli animali o con i loro oggetti (per esempio, ciotola e lettiera).

Redazione Nurse Times

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