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Coronavirus, vaccinazioni a rilento: troppi anziani in attesa. Draghi duro: “Non tutte le Regioni seguono le disposizioni del ministero”

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Coronavirus, vaccinazioni a rilento: troppi anziani in attesa. Draghi: "Non tutte le Regioni seguono le disposizioni del ministero"
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Intervenendo in Senato, il premier ha tirato le orecchie ai governatori che consentono a chi non potrebbe ancora vaccinarsi di scavalcare gli over 80.

“Per quanto riguarda la copertura vaccinale di coloro che hanno più di 80 anni, persistono purtroppo importanti differenze regionali, che sono molto difficili da accettare. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale. Dobbiamo essere uniti nell’uscita dalla pandemia, come lo siamo stati soffrendo, insieme, nei mesi precedenti”. Parole dure, quelle pronunciate in Senato dal premier Mario Draghi, per condannare lo scenario di lobby e corporazioni che sono riuscite a scavalcare gli over 80 nel diritto a ricevere il vaccino anti-Covid, con il placet dei governatori regionali.

Ma quali sono le Regioni che, come ha detto il presidente del Consiglio, trascurano gli anziani? Nel complesso, tutto il Paese è indietro. Stando al monitoraggio della Fondazione Gimbe su dati del ministro della Salute e del commissario per l’emergenza Covid-19 (aggiornati alle 6 del 24 marzo), su oltre 8 milioni di dosi somministrate (8.257.565) il 29,7% è andato agli over 80. Questa categoria è al secondo posto, dopo gli operatori sanitari e sociosanitari (35%), e prima di personale non sanitario (16,9%), personale scolastico (9,6%), ospiti Rsa (6,3%), e forze armate (2,5%).

Se si guarda alla percentuale di popolazione di età ≥80 anni che ha completato il ciclo vaccinale con due dosi, viene fuori che in tutta Italia supera a stento il 19% (19,1). Se poi si guarda alla classifica delle Regioni, la Sardegna è ultima (5,6%), preceduta da Toscana (6,1%), dalla Calabria (12,3%) e dalla Puglia (14,4%). La Lombardia è quintultima (15,3%). Al primo posto c’è invece il Lazio (27,7%), tallonato dall’Emilia Romagna (27,6%). Terzo e quarto posto per Campania (26,1%) e Friuli Venezia Giulia (25,5%). Di seguito i numeri aggiornati delle dosi somministrate e consegnate regione per regione.

RegioniDosi somministrateDosi consegnate%
Abruzzo195.500211.00092,7
Basilicata79.88095.03584,1
Calabria226.284293.26077,2
Campania733.874794.59592,4
Emilia-Romagna752.326824.84091,2
Friuli-Venezia Giulia197.064228.87586,1
Lazio896.951981.31091,4
Liguria245.847312.42078,7
Lombardia1.402.5621.627.37086,2
Marche230.019251.93091,3
Molise52.93754.97596,3
P.A. Bolzano94.52299.86594,6
P.A. Trento82.39290.30091,2
Piemonte703.751793.53088,7
Puglia545.601601.74590,7
Sardegna198.244255.77077,5
Sicilia705.327778.52590,6
Toscana567.902641.86088,5
Umbria123.936141.23587,8
Valle d’Aosta20.48021.15096,8
Veneto709.686811.51087,5
Totale8.765.0859.911.10088.4%

Ma come hanno reagito i governatori alle parole di Draghi? Quello della Toscana, Eugenio Giani, dice di non sentirsi chiamato in causa: “Assolutamente no. In una regione che ha circa 340mila over 80 le cifre sulle vaccinazioni eseguite riguardano il 10% degli anziani. Le prenotazioni ci sono da una quindicina di giorni e non sono certo motivate da interventi di stamani (ieri mattina, ndr), ma sono il corso corrente con cui procediamo verso gli anziani, assicurando quantità e qualità. Ho esposto venti giorni fa un programma che ci porta ad avere 200mila somministrazioni, quindi più del 50%, entro i giorni di Pasqua e il completamento della prima somministrazione per gli anziani entro il 25 aprile. Se viene mantenuta la corrispondenza delle dotazioni che ci hanno detto entro questi limiti, il 25 aprile in Toscana gli anziani saranno tutti vaccinati. Se, ad esempio, mi era indicato che sarebbero arrivati 40mila vaccini AstraZeneca e ne arrivano materialmente 15mila, come è successo stamani (ieri mattina, ndr), è evidente che non ho la capacità di moltiplicare i pani e i pesci”.

La Lombardia punta sulla somministrazione di AstraZeneca anche per gli anziani. “Visto che molte Regioni lo stanno già facendo, credo che anche in Lombardia si possano vaccinare con Astrazeneca anche gli over 80 che sono in condizioni di ricevere il vaccino – ha detto Guido Bertolaso, consulente della Regione Lombardia per la campagna vaccinale –. Una possibilità, questa di cui ho parlato e che ho condiviso col direttore generale del ministero della Salute, Gianni Rezza. La Lombardia ha vaccinato a domicilio solo con Pfizer e Moderna. Potendo usare anche Astrazeneca, potremo implementare la tempistica delle vaccinazioni anche per gli over 80″.

Intanto le task force inviate dal commissario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, saranno operative in Molise e Basilicata per supportare le strutture già operative nella campagna di vaccinazione. A quanto si apprende da fonti della struttura, saranno composte da un medico e due infermieri, e saranno utilizzate in particolare per le vaccinazioni nei paesi e nei luoghi più isolati.

Da Draghi, comunque, sono arrivate anche poarole di fiducia per il futuro: “Voglio trasmettere un messaggio di fiducia a voi, e a tutti gli italiani. Ho ripetuto in queste settimane che il Governo è determinato a portare avanti la campagna vaccinale con la massima intensità. E siamo già all’opera per compensare i ritardi di questi mesi. Dobbiamo farlo per la salute dei cittadini, per l’istruzione dei nostri figli e per la ripresa dell’economia. Il 26 marzo 2020 il Consiglio Europeo riconosceva la pandemia come una sfida senza precedenti per l’Europa. A un anno di distanza dobbiamo fare tutto il possibile per una piena e rapida soluzione della crisi sanitaria. Sappiamo come farlo: abbiamo quattro vaccini sicuri ed efficaci”.

A proposito dei vaccini, Draghi ha ricordato: “Tre sono già in via di somministrazione, mentre un quarto, quello di Johnson & Johnson, sarà disponibile da aprile. Ora il nostro obiettivo comune deve essere ora quello di vaccinare più persone possibile, nel più breve tempo possibile. Si parla molto di autonomia strategica, in riferimento alla sicurezza e al mercato unico, ma la prima autonomia strategica oggi è quella dei vaccini”.

E ancora: “L’accelerazione della campagna vaccinale è già visibile nei dati. Nelle prime tre settimane di marzo, la media giornaliera delle somministrazioni è stata di quasi 170mila dosi al giorno, più del doppio che nei due mesi precedenti. Questo è avvenuto nonostante il blocco temporaneo delle somministrazioni di AstraZeneca, che sono state in parte compensate con un aumento delle vaccinazioni con Pfizer. Ma il nostro obiettivo è portare presto il ritmo di somministrazioni a mezzo milione al giorno. Accelerare con la campagna vaccinale è essenziale per frenare il contagio, per tornare alla normalità e per evitare il sorgere di nuove varianti. Se paragonate al resto d’Europa, le cose qui già ora vanno abbastanza bene. Per vaccini fatti l’Italia è seconda dopo la Spagna, ma per i noti motivi l’Unione Europea si colloca dietro molti altri Paesi”

Capitolo logistica. “Quello che abbiamo da imparare dagli altri Paesi sulla campagna vaccinale – ha spiuegato il premier – è che una volta che abbiamo una logistica efficiente, e l’abbiamo, con meno requisiti formali e con un maggior pragmatismo, si arriva anche a una maggiore velocità. Procedere spediti con le somministrazioni è importante. Nel Regno Unito la campagna vaccinale procede più rapidamente, anche se bisogna dire che le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi sono paragonabili per numero a quelle dell’Italia. Però vediamo cosa abbiamo da imparare da quell’esperienza e anche da quella di altri Paesi. Ovviamente hanno iniziato due mesi prima, anche questo per i noti motivi. Ma lì si utilizza un gran numero di siti vaccinali, e un gran numero di persone è abilitato a somministrare i vaccini”.

Sulle riaperture, poi, il premier ha detto: “Mentre la campagna vaccinale procede, è bene pensare di pianificare le riaperture. Se la situazione epidemiologica lo permette, cominceremo a riaprire la scuola in primis, e almeno le scuole primarie e dell’infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni. Speriamo subito dopo Pasqua”.

Draghi, inoltre, dice sì al green pass vaccinale, ma senza discriminazioni: “Il 17 marzo 2021 la Commissione europea ha presentato una proposta volta a creare un ‘certificato verde digitale’ per permettere una libera e sicura circolazione dei cittadini nell’Ue. L’obiettivo è dare, entro tre mesi, un certificato digitale a coloro che sono stati vaccinati, che hanno effettuato un test diagnostico per il SARS-CoV-2 o che sono guariti. La libertà di movimento deve andare di pari passo con la garanzia della salute. Occorre raggiungere questo obiettivo, però, senza discriminazioni e nel rispetto della tutela dei dati sensibili dei cittadini europei. È un progetto complesso. La Commissione dovrà presentare linee guida dettagliate, e gli Stati membri dovranno essere in grado di renderle operative”.

Redazione Nurse Times

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