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Coronavirus, studio tedesco sul vaccino AstraZeneca: “Ecco il responsabile delle trombosi gravi”

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Sicilia, autopsia esclude nesso tra vaccino AstraZeneca e morte del militare Giuseppe Maniscalco
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A provocare i rari casi che sin qui si sono verificati sarebbe l’acido etilendiamminotetraacetico.

Un meccanismo a cascata innescato da alcuni componenti del vaccino, e in particolare dall’acido etilendiamminotetraacetico (EDTA), è la causa dei rari casi di trombosi grave che si sono verificati dopo la somministrazione di Vaxzevria, il vaccino di AstraZeneca. Questa la conclusione a cui è giunto il team di scienziati tedeschi guidato dal professor Andreas Greinacher, dell’Università di Greifswald, in uno nuovo articolo pubblicato su Research Square e non ancora sottoposto a peer review.

“I componenti del vaccino – si legge nelle conclusioni dello studio – formano complessi antigenici con PF4. L’EDTA aumenta la permeabilità microvascolare e i componenti del vaccino causano reazioni infiammatorie acute. La formazione di antigeni in un ambiente proinfiammatorio offre una spiegazione per la produzione di anticorpi anti-PF4. Gli anticorpi anti-PF4 ad alto titolo attivano le piastrine e inducono l’attivazione dei neutrofili e la formazione di NETs, alimentando la risposta protrombotica VITT (ovvero la trombosi indotta dal vaccino AstraZeneca, ndr)”.

In uno studio pubblicato meno di due settimane fa sulla rivista scientifica The New England journal of medicine il gruppo di lavoro guidato da Greinacher aveva già concluso che ci fosse un nesso tra il vaccino e le trombosi. Gli scienziati tedeschi l’hanno ribattezzata “trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino” (VITT), spiegando che la reazione innescata dopo l’inoculazione “imita clinicamente la trombocitopenia autoimmune indotta da eparina”.

Proseguendo le loro ricerche, i ricercatori sono arrivati a suggerire che la tecnologia alla base del siero AstraZeneca, alcuni dei suoi componenti e la potente reazione immunitaria che induce possono portare a una cascata di eventi in grado di annientare diversi meccanismi che normalmente tengono sotto controllo il sistema immunitario umano. Anche se, come ha spiegato il professor Greinacher in una conferenza stampa internazionale, “potrebbero volerci anni per chiarire la causa in tutti i dettagli”.

Le reazione non corrette del sistema immunitario e il processo infiammatorio iniziano subito dopo la vaccinazione, anche se i primi sintomi compaiono solo dopo quattro-cinque giorni. I risultati raccolti da Greinacher e dal suo gruppo di lavoro hanno poi rilevato il ruolo dell’acido carbossilico (EDTA). Secondo loro, è probabile che le componenti del vaccino siano un cofattore della reazione immunitaria che porta alle trombosi.

Non è ancora chiaro, infatti, il motivo per cui la reazione si verifica solo in rarissimi casi e soprattutto tra le persone sotto i 60 anni (motivo per cui per ora il vaccino AstraZeneca è stato raccomandato solo per gli over 60). Secondo l’ipotesi formulata da Greinacher durante la conferenza stampa, può essere che la trombosi si verifiche solo quando tutti gli elementi che tengono sotto controllo il sistema immunitario si “guastano” contemporaneamente.

Non è ancora chiaro se questo tipo di meccanismo si verifichi anche per gli altri vaccini a vettore virale, tra cui quello Johnson&Johnson. L’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha concluso martedì che esiste un “possibile legame con le trombosi rare” e che “si sono verificati in persone di età inferiore a 60 anni”. Greinacher ha annunciato che gli scienziati dell’università di Greifswald hanno iniziato una collaborazione con la stessa multinazionale Johnson&Johnson per analizzare anche i campioni del vaccino Janssen e capire quale relazioni ci sia tra le somministrazione e i casi di trombosi che finora si sono verificati.

Redazione Nurse Times

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