La ricerca è firmata da Domenico Benvenuto. Vaccino in commercio, forse, a gennaio 2021.
Tutto è nato nei “wet market” cinesi (mercati all’aperto con animali macellati direttamente): il virus sarebbe passato tramite il sangue e, dopo la macellazione degli animali vivi, sarebbe andato in circolo. La ricerca, messa a segno dal team dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, guidato da Massimo Ciccozzi, docente, ha ricostruito la mutazione genetica che ha permesso al nuovo coronavirus, che si è sviluppato in Cina, di infettare anche l’uomo.
Una ricerca preziosa, quella della squadra di Ciccozzi e in particolare opera dal più giovane dei suoi componenti, Domenico Benvenuto, studente del VI di Medicina e chirurgia e primo firmatario della ricerca che ha identificato la mutazione e contribuirà a comprendere in che modo si muove l’epidemia e a lavorare a un vaccino efficace.
A trasmetterlo è stato il pipistrello, senza altri ospiti intermedi: «L’ipotesi che facciamo noi – sottolinea Ciccozzi all’Adnkronos – è che sia accaduto tutto nei wet market di Wuhan, i cosiddetti mercati umidi. Mercati dove si vendono animali vivi. In certi luoghi non c’è la corrente elettrica, non ci sono frigoriferi. Per questo gli animali devono essere venduti vivi. E poi vengono macellati. In questo modo le mani si imbrattano di sangue. Quindi, probabilmente questo virus – spiega – è passato all’uomo tramite il sangue e poi è andato in circolo. Ha riconosciuto le cellule con il recettore, come una serratura, è entrato e ha innescato l’epidemia: questa è l’ipotesi».
La catena è stata questa: dall’animale all’uomo attraverso le mani e poi la trasmissione è avvenuta per via respiratoria, umana, tramite fluidi, colpi di tosse, starnuti. Come una normale influenza. La mutazione del “salto di specie” si sarebbe verificata prima di Natale.
«Il coronavirus – afferma Ciccozzi – è un virus animale, fa parte del pipistrello. Sta nel pipistrello e anche in tanti altri animali. Il virus – spiega – prova a fare delle mutazioni, poi per caso fa una mutazione che gli permette di fare il salto di specie. Una mutazione che va a riconoscere i recettori particolari sulla cellula respiratoria».
Non c’entrano nulla il Pangolino e il serpente. E sulla mutazione del virus Ciccozzi avverte: «Questo virus muta in continuazione. Paragono il coronavirus alla Sars. Non possiamo paragonarlo a un virus influenzale. Il coronavirus fa una mutazione ogni mille basi nucleoditiche. Quello della Sars del 2002- 2003 ne faceva una ogni 10 mila. Quindi è molto veloce».
Ma quando arriverà un vaccino? «Su questo – ricorda Ciccozzi all’Adnkronos – tutti rispondono in modo diverso. Anthony Fauci, che è un dei più grossi immunologi a livello mondiale, sta lavorando a un vaccino e ha detto che a fine aprile ci saranno i primi test sull’uomo. L’istituto di immunologia di Bethesda ha fatto un vaccino utilizzando informatica e biogenetica, non virus inattivati. Questa fase pre-clinica è stata molto veloce tanto che verso la fine di aprile inizieranno appunto le sperimentazioni sull’uomo, circa 20-25 volontari sani, per arrivare alla fase 4 che è la fase finale, quella della commercializzazione prevista per gennaio prossimo. In meno di un anno non si può fare un vaccino. La nostra preoccupazione è quella di fermare il prima possibile questa epidemia perché continua a mutare. L’epidemia va fermata in quanto la cosa fondamentale è evitare che le persone s’infettino. Evitiamo i casi di morte e quindi evitiamo che il virus faccia altre mutazioni».
Il nostro Paese è fra i primi per numero di contagi. «Perché noi abbiamo messo in piedi un sistema di sorveglianza per cercare i casi – conclude Ciccozzi -. E li abbiamo trovati. Siamo stati molto bravi. Li abbiamo trovati e abbiamo isolato i cluster epidemici».
Redazione Nurse Times
Fonte: Il Secolo XIX
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