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Coronavirus, si allarga l’inchiesta sulle morti nella Rsa di Vercelli

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Coronavirus, si allarga l'inchiesta sulle morti nella Rsa di Vercelli
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Altre tre persone iscritte nel registro degli indagati per i decessi avvenuti durante il picco dell’emergenza.

Altre tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati per la vicenda delle oltre 40 morti nella casa di riposo di piazza Mazzini, a Vercelli, durante il picco dell’emergenza coronavirus. Si tratta di due medici e della coordinatrice degli oss. Per i primi due l’accusa è di omissione di atti d’ufficio, omicidio colposo e epidemia colposa, mentre la terza è indagata per gli stessi reati che avevano portato all’apertura dell’inchiesta (omicidio colposo plurimo ed epidemia colposa).

Nella stessa inchiesta, innescata dagli esposti di alcuni famigliari e consiglieri comunali di minoranza, sono già coinvolti il direttore della casa di riposo, Alberto Cottini, la direttrice sanitaria Sara Bouvet e la dg dell’Asl Vercelli, Chiara Serpieri, accusata di omissione d’atti d’ufficio. Il pm Davide Pretti, titolare del fascicolo avviato all’inizio contro ignoti, intende accertare se le morti fossero evitabili e se ci siano eventuali responsabilità per l’elevato numero di decessi, molti dei quali andrebbero ricondotti alla diffusione del Covid-19 tra operatori e ospiti.

Nel mirino degli inquirenti, le tempistiche con cui l’Asl era intervenuta nella Rsa, dopo la disperata richiesta di aiuto partita dal direttore Cottini. La Procura indaga anche su tre medici dell’ospedale Sant’Andrea, tra i quali figura il direttore del Pronto soccorso, per il mancato ricovero di cinque ospiti della casa di riposo, successivamente deceduti. Alla richiesta di soccorso partita da piazza Mazzini costoro avrebbero risposto che in quel momento non c’erano posti disponibili e che avrebbero preferito lasciare l’unico posto libero a un giovane.

Redazione Nurse Times

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