Di fronte all’avanzare della variante Omicron alcuni Paesi Ue hanno introdotto ulteriori misure di sicurezza per l’ingresso dei viaggiatori.
La rapida diffusione della variante Omicron del coronavirus sta ionducendo i governi di molti Stati europei a introdurre nuove restrizioni per chi viaggia, compresi i tamponi obbligatori anche per i vaccinati. L’Italia non è dunque la sola a prevedere quest’ultima misura per i viaggiatori provenienti da altri Paesi Ue.
Finora, davanti all’aumento dei positivi al Sars-CoV-2 causati dalla variante Delta e alla prospettiva di dover fare i conti con la Omicron, ben otto Paesi Ue hanno previsto restrizioni aggiuntive anche per i detentori di Green Pass validi. A questi va aggiunta la Svizzera, che non fa parte dell’Ue ma è un importante via di transito per chi viaggia in Europa via terra.
La possibilità di introdurre restrizioni aggiuntive anche per i vaccinati era prevista nel regolamento istitutivo del certificato verde, entrato in vigore l’estate scorsa come freno d’emergenza da attivare in caso di comparsa di varianti preoccupanti, come appunto la Omicron. Di seguito una breve panoramica delle restrizioni notificate fino ad oggi alla Commissione.
Italia – Roma richiede test per tutti i viaggiatori provenienti da altri Paesi Ue, vaccinati e non. Il test molecolare (Pcr) deve essere fatto non più di 48 ore prima dell’arrivo, quello rapido antigienico non più di 24 ore prima. Le persone non vaccinate devono fare una quarantena di 5 giorni. Le misure si applicano dal 16 dicembre 2021 al 31 gennaio 2022. L’Italia ha notificato le misure alla Commissione il 15 dicembre scorso.
Austria – Vienna ha informato la Commissione Europea di aver attivato tale freno d’emergenza fino al 31 gennaio 2022 e chiede ai viaggiatori di esibire un test Pcr (molecolare) negativo, oppure la prova di aver ricevuto la terza dose di vaccino, oltre al certificato che attesta il completamento del primo ciclo vaccinale o la guarigione dal Covid. Sono previste eccezioni, anche per i frontalieri.
Grecia – Atene chiede a tutti i viaggiatori in arrivo di presentare un test Pcr negativo effettuato entro 72 ore prima dell’arrivo, oppure un test rapido non oltre 24 ore prima. Le misure si applicano dal 19 dicembre.
Portogallo – Lisbona chiede a tutti i viaggiatori che entrano nel Paese muniti di certificato di vaccinazione contro il Covid di esibire il risultato di un test effettuato prima di entrare. L’obbligo non vale per le persone guarite. Le disposizioni si applicano fino al 10 gennaio 2022.
Lettonia – Vilnius sottopone a screening alcuni aerei in arrivo e richiede un test gratuito dopo l’arrivo. Le misure si applicano fino al 26 dicembre.
Irlanda – Dublino chiede a tutti i viaggiatori in arrivo di effettuare un test prima della partenza. Per chi detiene un certificato Covid digitale Ue (Green Pass) che attesta la vaccinazione o la guarigione sono accettati sia i test molecolari che i rapidi. Chi non ha un Green Pass valido per la vaccinazione o la guarigione deve effettuare un test Pcr.
Svezia – Stoccolma raccomanda a tutti i viaggiatori, inclusi i cittadini svedesi, di fare un test dopo l’arrivo. Non si tratta di un obbligo, ma solo di una raccomandazione.
Germania – Berlino non ha ancora notificato alla Commissione restrizioni aggiuntive di viaggio, ma non è escluso che lo faccia a breve.
Svizzera – La Confederazione elvetica richiede a tutti i viaggiatori in arrivo di essere testati (Pcr 72 ore prima dell’arrivo, rapido 24 ore prima). Per le persone non vaccinate e non guarite è obbligatorio un secondo test Pcr effettuato quattro-sette giorni dopo l’arrivo. Eccezioni anche per la compilazione del modulo d’ingresso, destinate a coloro che arrivano da regioni confinanti. Nel caso dell’Italia: Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino.
Redazione Nurse Times
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