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Coronavirus, le ragioni dell’alta mortalità in Italia secondo Ricciardi

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Coronavirus, le ragioni dell'alta mortalita in Italia secondo Ricciardi
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Per il consigliere scientifico del ministro Speranza, le cause vanno cercate nelle terapie intensive non allestite, nella povertà del Ssn e nella precarietà contrattuale di medici e infermieri, che preferiscono trasferirsi all’estero.

“Ogni allentamento in questo momento significa più malati e più morti. Nella seconda fase rischiamo di avere molti più morti che nella prima, quando ne abbiamo avuti 36mila. Ora, in meno tempo, ne abbiamo avuti già 25mila. Se continua così, entro febbraio l’Italia avrà 40mila morti e non ce lo possiamo permettere”. Così Walter Ricciardi, membro del board dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), ex presidente dell’Iss (Istituto Superiore di Sanità) e attuale consigliere scientifico del ministro della Salute, Roberto Speranza, sull’epidemia di coronavirus.

L’Italia è il Paese europeo col maggior numero di decessi da Covid-19 ede è quinta nel mondo, come certificato dall’osservatorio della Johns Hopkins University, che segue l’andamento mondiale della pandemia. Da noi si contano più di 64mila morti, più della Francia, che ne ha avuti 57mila, della Spagna (47mila), addirittura il triplo della Germania (21.900).

Secondo Ricciardi, le ragioni di questa situazione vanno cercate nell’inadeguatezza delle risorse di cui dispone il Sistema sanitario nazionale, come spiegato nel corso della trasmissione Otto e mezzo, su La7: “In Germania la mortalità è più bassa che da noi per tre motivi. Il problema non è la demografia, che è più o meno la stessa. La differenza è nell’investimento che da dieci anni la Germania fa sulla sanità. Nel 2015 ho scritto un libro intitolato ‘La tempesta perfetta’, una tempesta che ci avrebbe travolto se avessimo continuato a non fare tutto tutto quello che non abbiamo fatto: assunzione di medici, rinnovamento delle strutture e finanziamento della sanità”.

E ancora: “Il problema non è la malasanità. In Germania, ad esempio, su 80 milioni di abitanti ci sono 28mila letti di terapia intensiva. In Italia per 60 milioni di abitanti ce ne sono 5mila. Se volessimo gli stessi parametri di organico di infermieri, dovremmo assumerne 53mila. È chiaro che in Germania le persone non muoiono. I letti di terapia intensiva hanno bisogno di personale qualificato. In Italia siamo passati da 5mila posti a 9mila di terapia intensiva, ma questi 9mila letti hanno bisogno di medici e infermieri specializzati, che ora non ci sono. E perché non ci sono? Perché sono andati a lavorare in Germania”.

Ha aggiunto il professore: “Inoltre vannio cionsideratte l’età molto avanzata dei nostri anziani e la precaria qualità della salute dei nostri anziani, che purtroppo sono deboli. Faccio un esempio: una donna svedese muore un anno prima di una donna italiana; però inizia ad avere problemi dai 74 anni, mentre una donna italiana inizia dai 65, e quindi passa 16 anni della sua vita in cattiva salute”

“Ora ci troviamo a dover recuperare il tempo perduto, dieci anni in pochi mesi, ed è chiaro che non ce la facciamo – continua Ricciardi –. Il ministro Speranza ha detto più volte che sono stati trovati 10 miliardi e che sono stati stanziati i soldi per le assunzioni, ma è chiaro che la pressione enorme sulle terapie intensive e subintensive fa si che in Italia ci siano tanti morti. L’unica soluzione praticabile, dunque, sta nel confinamento, nel controllo degli spostamenti delle persone, anche durante le feste natalizie. Come facciamo a evitarlo? Facendo sì che quel 3 o 4% della popolazione che si muove contagi il 96% della popolazione che è saggia a resta a casa. Questo dobbiamo fare, altrimenti avremo non un mese ma due, tre, quattro mesi di ondate di epidemia, che produrranno malati e morti”.

Quanto agli errori commessi nella gestione della seconda fase della pandemia: “Il 2 ottobre dissi che andavano fatti lockdown mirati nelle grandi aree metropolitane, come a Milano, a Napoli e a Torino, dove allora c’erano solo poche centinaia di casi. E aggiunsi che avremmo rischiato di avere 16mila casi prima di Natale. Be’, li abbiamo avuti dopo due settimane. C’è da dire che in Italia, come in molti regimi democratici, i politici decidono tardi. Al ministro della salute Speranza va dato atto di aver sempre informato e cercato di salvaguardare la salute  dei cittadini, ma in molti casi non è stato recepito”.

Redazione Nurse Times

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