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Coronavirus: l’assistenza sanitaria in vacanza

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Coronavirus: l'assistenza sanitaria in vacanza
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Le indicazioni utili per chi si reca fuori regione o all’estero.

Può capitare di aver bisogno di assistenza sanitaria in vacanza, quando si è lontani dal proprio luogo di residenza. Cosa fare e a chi rivolgersi qualora siano necessarie cure mediche impreviste in tempo di coronavirus? E se la meta del viaggio è all’estero, dove trovare informazioni attendibili, a partire dalle indicazioni sanitarie stabilite nel luogo di destinazione per prevenire la diffusione del Covid-19?

In ogni caso, per non correre rischi ed evitare di rovinarsi la vacanza, prima di partire è consigliabile consultare i siti istituzionali, aggiornati, dei ministeri della Salute e degli Esteri. Un aiuto arriva inoltre dalla Guida Covid-19. (E)state in sicurezza, predisposta da Cittadinanzattiva per aiutare a districarsi tra regole in vigore in Italia in tema di stabilimenti balneari e spiagge libere, viaggiare in treno, aereo e pullman, modalità di fruizione del servizio di guardia medica turistica.

Fuori regione – Ovunque siate diretti, ricordatevi di portare la tessera sanitaria, che vi servirà nel caso abbiate bisogno di un farmaco o di fare un esame, una visita specialistica o altre prestazioni rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale. Anche quest’estate, come gli altri anni, nelle località di villeggiatura più frequentate è attivo il servizio di guardia medica turistica per l’assistenza ai non residenti che soggiornano per vacanza, in aggiunta al servizio di emergenza sanitaria territoriale (118/112) e a quello di continuità assistenziale (o guardia medica ordinaria), operativi tutto l’anno.

In genere si paga un ticket di 15 euro per le visite ambulatoriali, e di 25 euro per quelle a domicilio, ma le tariffe sono variabili da Regione a Regione, come pure la possibilità di chiedere il rimborso alla propria Asl di residenza. In ogni caso è bene conservare una copia della ricevuta della prestazione, per presentarla poi, insieme alla richiesta formale di rimborso, alla propria Asl di residenza. È scontato che, in caso di emergenza e urgenza, si debba chiamare il 118 o, laddove attivo, il 112, numero unico europeo di emergenza per contattare direttamente i servizi di soccorso in qualsiasi Paese dell’Unione Europea.

Regole post-Covid «Nell’estate del Covid alcune Regioni hanno potenziato il servizio di guardia medica turistica – dice Isabella Mori, responsabile del servizio di tutela e informazione PIT di Cittadinanzattiva –. Per l’accesso al servizio sono previste procedure in linea con le norme di prevenzione e sicurezza in vigore, per cui è consigliato contattare telefonicamente il servizio prima di recarsi in ambulatorio. Per sapere quali sono giorni e orari di apertura, costi di prestazioni, visite ambulatoriali o domiciliari, si può consultare il sito ufficiale dell’Asl (o Regione) della località in cui si soggiorna».

Se invece non è previsto il servizio di guardia medica turistica dove si sta trascorrendo la vacanza, ci si può rivolgere a un medico di famiglia del posto. Anche in questo caso le tariffe sono variabili ed è consigliabile chiamare per fissare l’appuntamento in ambulatorio o a domicilio. «In caso di sintomi o dubbi rispetto al coronavirus – ricorda Mori –, se non è disponibile la guardia medica turistica, per sapere cosa fare e a chi rivolgersi si può contattare il numero verde regionale dedicato (consulta l’elenco, ndr), oppure il numero verde di pubblica utilità 1500 del ministero della Salute»

TEAM in Unione Europea – Se invece si va in vacanza all’estero, innanzitutto è consigliabile tenersi aggiornati su eventuali quarantene obbligatorie e/o divieti di sbarco nel Paese dove si è diretti, consultando il sito www.viaggiaresicuri.it dell’Unità di crisi del ministero degli Esteri o la sezione “Covid-19 – Viaggiatori” del portale del ministero della Salute.

Se siete diretti in un Paese dell’Unione europea o in Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera, ricordatevi di portare con voi la TEAM-Tessera europea di assicurazione malattia (è il retro della tessera sanitaria), che in questi Stati vi dà diritto ad accedere alle prestazioni mediche necessarie alle stesse condizioni di un assistito del Paese in cui siete in vacanza.

Se la meta turistica è un Paese extraeuropeo, occorre prestare particolare attenzione poiché, se non sono in vigore accordi bilaterali con l’Italia per l’assistenza sanitaria, in caso di necessità non si ha diritto a cure gratuite (o rimborsate al rientro) e si possono pagare interamente anche i servizi di pronto soccorso.

Assicurazione nei Paesi extra-europei – Per sapere se nello Stato dove si è diretti si ha diritto o meno all’assistenza sanitaria durante il soggiorno, a chi rivolgersi e come chiedere eventuali rimborsi, si può utilizzare la guida interattiva “Se parto per…” del ministero della Salute, tramite l’apposita app, dal proprio cellulare o sul portale. Il ministero, poi, consiglia di portare con sé le raccomandazioni del proprio medico curante, tradotte in inglese, rispetto a eventuali emergenze, di scrivere accanto al nome di ogni farmaco che si assume il principio attivo e il dosaggio, e di fare un’assicurazione sanitaria nel caso in cui nel Paese di destinazione non si abbia diritto a cure gratuite o a successivi rimborsi  e i costi dell’assistenza siano molto elevati.

Prima di accettare un contratto di assicurazione per il viaggio, vanno lette sempre attentamente le condizioni di rimborso o, in alternativa, si può optare per una prenotazione con cancellazione gratuita, anche a costo di sostenere un piccolo sovrapprezzo.

Redazione Nurse Times

Fonte: Corriere della Sera

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