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Coronavirus, in Lombardia per dare una mano. La riconoscenza dell’infermiere di origine somala: “Lo devo all’Italia”.

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Coronavirus, in Lombardia per dare una mano. La riconoscenza dell'infermiere di origine somala: "Lo devo all'Italia".
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Le parole di Abukar Aweis Mohamed, che ha lasciato la Toscana per unirsi alla chiamata della Protezione civile e raggingere la zona più “calda”.

Abukar Aweis Mohamed, 48 anni, esperto in emergenza, è uno dei tanti infermieri che hanno dato la propria disponibilità a partire con la Protezione civile ed è stato scelto per intervenire nel cuore dell’emergenza, spostandosi da Signa (Firenze) alla Lombardia.

Originario della Somalia, ma conosciutissimo in Toscana per il suo impegno politico, sociale e a favore della sua categoria professionale, dice: «Ho giurato fedeltà alla Costituzione Italiana 20 anni fa, quando ho acquisito la cittadinanza e ne sono fiero. Ho sentito il dovere di onorare la nazione che mi ha accolto e di aiutare il mio popolo e i miei colleghi, non dimenticando quanti di noi, fra personale sanitario e cittadini, non sono più con le loro famiglie. Il lavoro che ho scelto e che sceglierei mille altre volte richiede impegno, competenza, empatia e senso di fratellanza. Per questo non ho avuto dubbi nel partecipare alla chiamata della Protezione civile. Questo non significa che noi infermieri non abbiamo paura, ma proprio la paura ci spinge a proteggerci per preservare la nostra vita anche in emergenza. In Toscana la situazione è meno drammatica rispetto al Nord Italia. Quindi è giusto intervenire per aiutare chi sta vivendo difficoltà maggiori».

In questo momento Abukar sta lavorando nel reparto Covid dell’ospedale di Vallecamonica (Brescia), dove è arrivato dopo essere passato da Roma per i controlli del caso, e quindi da Bergamo. «Insieme agli altri infermieri che hanno aderito alla chiamata della Protezione civile – conclude – siamo alloggiati in un appartamento e ci hanno messo a disposizione tutto il necessario per il soggiorno e gli spostamenti. La situazione è complessa ma sotto controllo: noi faremo del nostro meglio per dare una mano a colleghi e pazienti».

Redazione Nurse Times

Fonte: La Nazione

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