Lo sostiene lo psichiatra Armando Piccinni, che ha analizzato il fenomeno da un punto di vista psicologico.
“Prima del coronavirus gli italiani devono combattere e vincere un’altra battaglia: quella contro la paura del coronavirus”. Così lo psichiatra Armando Piccinni, presidente della Fondazione BRF, che ha analizzato quanto sta accadendo nella società da un punto di vista psicologico. “In pochi giorni – spiega – la nostra vita è cambiata. Sembra di essere in guerra e per certi versi lo siamo già”.
La ragione è da trovare nella contraddittorietà dei messaggi che arrivano alla cittadinanza: “Stiamo assistendo, da una parte, a una messe di provvedimenti duri e decisi, e dall’altra a una mielosa e carezzevole, incessante e implacabile opera di tranquillizzazione. Messaggi contraddittori provengono però anche dalle autorità sanitarie. Per alcuni siamo alle porte della più tragica delle pandemie degli ultimi decenni, per altri stiamo vivendo in maniera incredibilmente ansiosa un virus meno mortale della solita influenza invernale”.
Da qui nasce la paura: “Una paura che parte con un enorme vantaggio alle spalle: alberga nella mente dell’uomo da milioni di anni. Nasciamo con la paura di lasciare il grembo materno per un mondo nuovo e sconosciuto, in cui arriviamo all’improvviso; moriamo con la paura di lasciare il ‘nostro’ mondo, senza sapere cosa ci aspetta dopo. Siamo angosciati e impauriti tutte le volte che non sappiamo cosa c’è dietro l’angolo, esattamente come nel caso del Covid-19”.
“Ecco perché – conclude Piccinni –, ancor prima del coronavirus, il nemico numero uno da combattere è la paura. Ma se questa è la compagna dell’uomo da milioni di anni, anche la lotta dell’uomo per sconfiggerla ha la stessa età. A giudicare dai risultati, l’uomo, questa battaglia, nel tempo l’ha combattuta e vinta. Sarà sicuramente così anche questa volta”.
Redazione Nurse Times
Fonte: InSalute News
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