Di seguito la lettera che la presidente Deanna Gatta ha inviato al ministro della Salute.
Stimatissimo Ministro Roberto Speranza,
chi Le scrive é presidente dell’associazione oncologica ALCASE Italia ODV, che si batte, fra le altre cose, per difendere i diritti dei malati di cancro del polmone: il cancro che fa più morti del tumore della mammella, della prostata e dell’intestino, sommati insieme.
Nell’attuale emergenza sanitaria, sento fortemente l’obbligo, nell’interesse supremo di chi è malato oggi, di chiedere con forza a Lei ed al Suo Ministero una ordinanza nazionale che riguardi specificamente i malati oncologici e le misure da adottare nei loro confronti, in relazione alla epidemia di Covid 19 in atto. Le molte migliaia di malati di cancro al polmone hanno necessità urgente di ottenere misure chiare, univoche e mirate alle loro necessità che sono, come ovvio, assai diverse da quelle di un normale cittadino che accede in ospedale.
I pazienti oncologici devono recarsi nelle strutture ospedaliere, assai frequentemente, per prelievi, controlli sanitari, visite, terapie (chemioterapia, radioterapia, immunoterapia…), esami strumentali (Tc, biopsie, Pet,…), ecc… Interrompendo tali procedure, la neoplasia avanzerebbe e diventerebbe inarrestabile. Tutti i fondi della Sanità, usati finora per loro, sarebbero sprecati e ci sarebbero migliaia di morti inutili, oltre a quelle che già normalmente non si riescono ad evitare con gli attuali percorsi diagnostici e terapeutici.
I numeri verdi delle Regioni sono ben poco utili: so che più pazienti hanno telefonato, tra sabato e domenica scorsi, o in orari non “da ufficio” (pensando che un numero verde d’emergenza fosse aperto h24), ed hanno dovuto ascoltare la voce metallica (assurda in questa emergenza mirata al contenimento della epidemia) che elencava gli orari di apertura (ovviamente non previsti per la sera, i sabati e le domeniche).
Credo che tutti dobbiamo attivarci, nelle rispettive possibilità individuali, perché l’emergenza Covid 19 sarà lunga… Ma credo anche che i pazienti oncologici, che godono, in tempi normali, di percorsi sanitari prioritari, relativamente ad esami diagnostici, prestazioni cito-istologiche, terapie ed interventi, abbiano ora urgenza di conoscere come sia possibile loro accedere ai reparti e ai servizi ospedalieri, in condizioni di massima sicurezza possibile, anche in questa fase. Ad essi, ad esempio, andrebbero fornite – all’ingresso nella struttura sanitaria – mascherine con filtro ffp3 (se non già in possesso dal malato): un paziente sotto chemioterapia ha le difese immunitarie bassissime e va tutelato e protetto.
Segnalo il consiglio che un’oncologa di un importante centro oncologico d’eccellenza di Milano ha dato a un membro di uno dei nostri gruppi di supporto. Alla domanda della paziente, sotto immunoterapia, che chiedeva come comportarsi, la risposta è stata: “Bisognerebbe evitare di muoversi”. Ma come?! Il farmaco immunoterapico della signora può essere reperito solo in una struttura ospedaliera, e non nella farmacia sotto casa!
Credo che sia i centri oncologici sia i pazienti abbiano urgenza di conoscere ciò che devono fare per non interrompere un servizio vitale e continuativo. E’ di fondamentale importanza che vengano declinate insieme misure di contenimento del virus, da un lato, e il diritto alle cure del paziente oncologico, dall’altro.
Nella speranza che questa mia lettera giunga direttamente alla Sua attenzione e che Lei, comprendendo le mie preoccupazioni e condividendole, si impegni a generare atti esecutivi tangibili ed immediati, Le porgo rispettosi saluti.
Redazione Nurse Times
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