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Coronavirus e indice Rt: le precisazioni dell’Iss

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Coronavirus e indice Rt: le precisazioni dell'Iss
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L’Istituto Superiore di Sanità specifica che i dati non devono essere interpretati come una pagella, ma come un segnale da interpretare insieme agli altri dati.

L’indice Rt descrive il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure atte a contenere il diffondersi del coronavirus. A tal proposito l’Istituto Superiore di Sanità precisa che in regioni a bassa incidenza di infezioni, come Umbria e Molise, anche piccole oscillazioni nei numeri, dovute verosimilmente a un aumento dei tamponi eseguiti, possono comportare variazioni in singoli parametri particolarmente sensibili, quali appunto l’Rt. In questo modo l’Iss ha inteso anche rispondere alle polemiche divampate in Umbria dopo la pubblicazione del report che indica la regione dell’Italia centrale tra quelle da tenere sotto controllo per “rischio moderato”.

Tali variazioni possono, paradossalmente, essere la conseguenza di un miglioramento della copertura dei sistemi di sorveglianza e, pertanto, segnalano la capacità dei Sistemi sanitari regionali di intercettare i casi e di adottare le misure adeguate per limitare la trasmissione del contagio. In particolare, quando il numero di casi è molto piccolo, alcune regioni possono andare temporaneamente sopra soglia (Rt maggiore di 1) a causa di piccoli focolai locali che finiscono per incidere sul totale regionale, senza che questo rappresenti un elemento preoccupante.

In questo senso vanno lette le informazioni e le eventuali situazioni analoghe che potrebbero verificarsi nelle prossime settimane in altri contesti regionali. Pertanto il movimento di un singolo indicatore è un segnale che va interpretato con cautela in regioni comunque caratterizzate da un basso numero complessivo di casi. I dati riportati non possono e non devono essere quindi interpretati come una pagella, e soprattutto vanno letti nel loro insieme come una fotografia della situazione e della capacità di risposta.

Il modello di monitoraggio e valutazione del rischio Covid-19 in fase 2 si basa su una serie di indicatori in grado di rilevare con elevata sensibilità modificazioni sia pur piccole negli andamenti epidemiologici, nonché il livello di resilienza dei sistemi sanitari delle diverse regioni italiane. Si tratta di uno strumento importante, in quanto è necessario garantire la sicurezza dei cittadini in questa fase di rilancio delle attività economiche del Paese.

Redazione Nurse Times

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