Le prime 7.500 dosi del vaccino russo sono giunte nella piccola Repubblica. Altrettante se ne attendono per il richiamo.
Scortate dalla gendarmeria dalla dogana, al confine con l’Italia, fino all’Ospedale di Stato e ai frigoriferi del centro farmaceutico dell’Iss, (Istituto per la sicurezza sociale), sono arrivate a San Marino le prime 7.500 dosi del vaccino Sputnik. La piccola Repubblica (40mila abitanti), dove presto arriveranno altrettante dosi per il richiamo, oltre a quelle di Pfizer e AstraZeneca, è il 30esimo Paese al mondo che ha riconosciuto l’efficacia del siero anti-Covid russo.
Il piano vaccinale sammarinese – confermano dall’Iss – è pronto da tempo ed è prevista per domani una prima comunicazione ufficiale delle autorità sanitarie, che verosimilmente confermeranno l’avvio delle operazioni di vaccinazione, a partire dal personale sanitario.
Nei giorni scorsi la notizia dell’approvvigionamento indipendente di San Marino da Mosca aveva destato preoccupazione nella confinante Romagna. Tanto che l’assessore regionale alla Salute dell’Emilia Romagna, Raffaele Donini, aveva ricordato: “Il vaccino russo non ha ottenuto alcuna validazione dall’Aifa, e quindi per noi, in questa fase, non può rappresentare un vaccino somministrabile”.
Il timore era quello di un esodo in massa per acquistare lo Sputinik. Timore immotivato, però, “perché il vaccino a San Marino lo potranno fare solo i sammarinesi”, aveva spiegato il Congresso di Stato, consapevole di avere ora in casa un bene prezioso sul mercato internazionale.
Redazione Nurse Times
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