La mancata firma del nuovo Contratto degli infermieri mi ha lasciato con un misto di speranza e amarezza. Speranza, perché credo sia arrivato il momento di alzare la testa e pretendere un Contratto vero, che valorizzi la nostra professione. Amarezza, perché le divisioni tra le sigle sindacali continuano a farci perdere credibilità e a indebolire la nostra categoria. Voglio condividere con voi la mia riflessione su questa situazione, sperando di risvegliare coscienze e avviare un dialogo costruttivo.
La delusione per il sindacalismo attuale
Non posso nascondere che la mancata firma del Contratto, almeno inizialmente, mi ha dato una piccola speranza. Speravo fosse il segnale che finalmente ci si stesse rendendo conto della necessità di un Contratto dignitoso, in grado di valorizzare economicamente e professionalmente gli infermieri.
Tuttavia è bastato poco per capire che mi sbagliavo. Le polemiche che sono esplose tra le varie sigle sindacali, invece di aprire un dialogo costruttivo, hanno scatenato una vera e propria guerra interna. Una guerra fratricida che non giova a nessuno, men che meno a noi infermieri.
Cosa vogliamo davvero dal Contratto?
Le richieste degli infermieri sono semplici, chiare e, soprattutto, legittime. Ecco cosa chiediamo.
- Aumenti salariali concreti: almeno 500 euro al mese in paga base per tutti, senza stratagemmi o compromessi.
- Maggiore equità nelle indennità: le reperibilità devono essere limitate a un massimo di due al mese per ciascun lavoratore e adeguatamente retribuite.
- Una contrattazione separata: è necessario avviare il percorso verso una contrattazione autonoma per i professionisti della salute, riconoscendo finalmente il nostro ruolo specifico e cruciale.
La bozza che ci è stata proposta non può essere accettata. Non solo è insufficiente dal punto di vista economico, ma rappresenta un passo indietro rispetto alla valorizzazione della nostra professione. Accettarla significherebbe rinunciare alla nostra dignità, e questo non possiamo permettercelo.
Il fallimento dei sindacati
Ciò che mi delude profondamente è il comportamento dei sindacati. Invece di unirsi per portare avanti una battaglia comune, si accapigliano tra loro, lasciandosi influenzare da interessi elettorali legati alle Rsu. Mi chiedo: può un sindacato davvero rappresentare i lavoratori, se la sua priorità è la lotta interna per il potere?
Le Rsu dovrebbero essere uno strumento per dare voce ai lavoratori, non un pretesto per alimentare divisioni. Questa guerra interna non fa altro che allontanare sempre più gli infermieri dal sindacato, ormai percepito come un’entità lontana e inefficace.
Un appello alla ragionevolezza e all’unità
Il momento che stiamo vivendo è cruciale. Abbiamo bisogno di unità, di una visione comune che metta al centro le necessità degli infermieri. Invito tutte le sigle sindacali a fermarsi e riflettere. Sedetevi intorno a un tavolo, confrontatevi, ditevi tutto ciò che c’è da dire, ma uscite da quella stanza con un’unica idea: portare a casa un Contratto dignitoso per la nostra categoria. O siete con noi o contro di noi. Non c’è più spazio per giochi di potere o compromessi al ribasso. Un Contratto che non restituisce dignità e valore alla nostra professione non è un contratto accettabile.
Conclusione
Io continuo a sperare. Spero che questa situazione possa portare a un cambiamento, a una nuova consapevolezza dell’importanza del nostro lavoro e della necessità di rappresentarci con serietà e competenza. Cari sindacalisti, questo è il momento della verità. Prendetevi il tempo necessario, ma trovate una soluzione che sia vicina ai professionisti della salute, perché noi non ci accontenteremo più. Se non sarete in grado di farlo, perderete ciò che resta della nostra fiducia. La dignità non si baratta. Ora tocca a voi.
Angelo De Angelis
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