Riceviamo e pubblichiamo una nota a cura del segretario provinciale Francesco Lippo.
Con il blocco del turnover, i pensionamenti e i concorsi bloccati, nella sanità torinese vengono a mancare medici, infermieri, oss e anche amministrativi. Per Francesco Lippo , segretario provinciale di Confintesa Sanità Torino, la strategia è sempre la stessa: esternalizzare i servizi, cioè lasciare in mano ai privati servizi che dovrebbero gestire le aziende pubbliche, con il rischio di assistere inermi allo sfruttamento dei lavoratori.
Così succede che la Città della Salute di Torino e l’Asl Torino 4 si aggreghino alla gara indetta dall’Asl Città di Torino per affidare i servizi di front office e back office (centri di prenotazione, sportelli per accettazione e consegna referti, servizi di segreteria, etc.). La gara sarà aggiudicata al miglior offerente, cioè a chi, tra i concorrenti, farà l’offerta economicamente più vantaggiosa. Fa fede la delibera firmata il 10 giugno 2019 per un importo complessivo di 11,2 milioni di euro. Pacchetto completo: uomini e mezzi, per un arco temporale di 24 mesi rinnovabili.
Per Confintesa è una sconfitta del sindacato, che dovrebbe innanzitutto scoraggiare l’azienda a esternalizzare i servizi. Il sindacato, con tutti i mezzi a sua disposizione, dovrebbe aprire un dialogo con l’Azienda e scoraggiarla nel prendere tali decisioni. I soldi sono ugualmente spesi, ma siamo sicuri che la qualità del servizio resti tale? Questo è l’interrogativo che si pone oggi il segretario provinciale Lippo. Abbiamo assistito all’appalto di interi reparti, messi in mano agli infermieri e agli oss di alcune associazioni torinesi. Questi sono assunti con partita Iva, sfruttati e sottopagati. Noi diciamo basta e chiediamo una “reinternalizzazione” dei servizi.
Redazione Nurse Times
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