Così il segretario generale Francesco Prudenzano dopo le riunioni separate con le forze sociali al Viminale.
“Ormai siamo alla diarchia tra il presidente del Consiglio, Conte, e il ministro dell’Interno, Salvini, ma tutti e due ignorano i diritti primari di una sana democrazia”. Lo afferma Francesco Prudenzano, segretario generale di Confintesa in merito ai due incontri separati tenuti con le parti sociali da Giuseppe Conte e Matteo Salvini.
“Da quegli incontri – prosegue Prudenzano – scaturisce anche la confusione che regna sovrana all’interno della componente sindacale, dove alcuni sindacati, per esempio, sono favorevoli al salario minimo legale, altri sono più cauti, mentre c’è la netta opposizione di alcune organizzazioni sindacali, i quali sostengono che il salario minimo inneschi un meccanismo di sterilizzazione della contrattazione collettiva e sia contrario ai principi meritocratici. Nulla di più falso, in quanto il salario minimo si basa sull’esigenza di assicurare al cittadino-lavoratore una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa, così come prevede l’articolo 36 della nostra Costituzione. Dal salario minimo, invece, può partire proprio una contrattazione, soprattutto di secondo livello, dove si dia il giusto riconoscimento alla meritocrazia e, di conseguenza, al miglioramento della qualità del lavoro. Senza il salario minimo si verifica quel fenomeno, tanto deprecato, che vede quasi 900 Ccnl depositati al Cnel, gran parte formulati in dumping salariale, che con l’introduzione del salario minimo scenderebbero a molto meno della metà”.
Aggiunge il segretario di Confintesa: “Che le forze datoriali siano contro il salario minimo non è accettabile, anche se comprensibile, ma che alcuni sindacati, che avrebbero il dovere di difendere i lavoratori, si schierino apertamente con posizioni di retroguardia solo per servilismo politico è assolutamente inaccettabile. Non è con le contro-riunioni svolte al Viminale che si risolvono i problemi del lavoro. Confintesa, pur sollevando tutte le riserve sui metodi di riconoscimento della rappresentatività sindacale che il presidente Conte mette quotidianamente in pratica, denuncia fermamente questo tentativo di delegittimare il Governo su scelte che competono solo alla pluralità dell’esecutivo. Il salario minimo legale è in vigore in 22 Stati dell’Unione Europea, anche in Paesi dove il sindacato è forte e i contratti collettivi vengono stipulati regolarmente, ed esiste da tempo anche nella ultraliberista società degli Stati Uniti. Una volta tanto, cerchiamo noi di metterci allo stesso livello degli altri per non rimanere il fanalino di coda nel campo del welfare”.
Redazione Nurse Times
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