La legge 3/2018 entra a pieno titolo nella Polizia di Stato (finora non era mai avvenuto un riconoscimento formale delle leggi che regolano l’accesso al Ssn) e lo fa riconoscendo il titolo abilitante, ma soprattutto la necessità di obbligo di iscrizione all’albo per esercitare la professione
Bando del ministero dell’Interno per un concorso interno legato alle progressioni in carriera in Polizia: ci sono 153 posti da infermiere (e otto per altre professioni sanitarie oltre ad altri 146 posti in discipline diverse da quelle sanitarie), stavolta con requisiti tutti nuovi: “Per i soli profili professionali del settore sanitario, il prescritto titolo abilitante all’esercizio della professione tecnico-scientifica e la relativa iscrizione all’albo professionale. In attesa dell’implementazione dei diciassette albi professionali di cui all’art. 1, comma 1, dalla lettera a) alla lettera q), del decreto del Ministro della Salute 13 marzo 2018, i candidati interessati potranno partecipare al concorso, con riserva, dichiarando di aver presentato la domanda di iscrizione all’albo professionale di riferimento”.
La legge 3/2018 (legge Lorenzin) entra a pieno titolo nella Polizia di Stato (finora non era mai avvenuto un riconoscimento formale delle leggi che regolano l’accesso al Ssn) e lo fa riconoscendo il titolo abilitante, ma soprattutto la necessità di obbligo di iscrizione all’albo per esercitare la professione.
Un riconoscimento chiaro fin dalle premesse del bando firmato dal Capo della Polizia, quando già nei “visto” inziale è citato “il decreto del ministro della Salute 13 marzo 2018, recante “Costituzione degli albi delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione”, quello cioè di applicazione della legge 3/2018.
Una promessa mantenuta quindi – oltre al necessario adeguamento a una legge dello Stato – fatta alla Federazione nei numerosi incontri avuti dalla presidente, Barbara Mangiacavalli, con i vertici del ministero e ribadita anche nei convegni sull’infermieristica militare e della Polizia di Stato organizzati dall’allora Ipasvi, prima che proprio la legge 3/2018 la trasformasse in Fnopi.
“Gli infermieri – ha affermato all’ultimo incontro Fabrizio Ciprani, Direttore centrale di sanità della Polizia di Stato – sono riusciti a fare quello che i medici non hanno ancora fatto: realizzare un tavolo permanente tra mondo sanitario militare e civile. L’incontro tra i professionisti di questo settore e il legame forte con Ipasvi (ora Fnopi) è lo specchio di questi tavoli interistituzionali”.
“I colleghi che operano in questi settori – aveva affermato in quella occasione la presidente della Federazione Barbara Mangiacavalli – sono preziosi sia per il loro ruolo di difesa della salute ad alto livello, ma anche perché tra i loro compiti istituzionali c’è quello della difesa del suolo su cui viviamo. Le loro competenze avanzate hanno caratteristiche diverse da quelle degli ospedali pubblici e la loro crescita fa parte anche della nostra storia ed è importante perché si possa anche attraverso lei, guardare nel futuro”,
E da ora in poi faranno parte della categoria professionale a tutti gli effetti.
Finora infatti, come ha spiegato proprio in uno degli incontri organizzati dalla Federazione sugli infermieri di Polizia e il loro inquadramento per riconoscerne meriti e formazione il Revisore tecnico infermiere Maurizio Bellini, gli infermieri erano inquadrati con un DPR del 1982 e il loro livello, anche economico, va da quello di un possessore di terza media fino al massimo di un diplomato.
Per di più non è prevista l’iscrizione all’albo, anche se, ha spiegato Bellini, gli infermieri di Polizia sono tutti iscritti perché “ci sentiamo di appartenere al mondo degli infermieri italiani”.
Ora per l’iscrizione all’albo prevista anche dal bando della Polizia, la legge 3/2018, che ne prevede l’obbligatorietà per l’esercizio della professione a qualunque titolo sia, richiede ovviamente i corsi universitari e il titolo di laurea.
Quindi, con il riconoscimento della legge 3/2018 gli infermieri di Polizia lo sono a tutti gli effetti con uguali titoli e riconoscimenti – come prevede la legge – dei loro colleghi del Ssn.
In allegato il BANDO.
Redazione NurseTimes
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