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Concorso per infermieri in Friuli, lo sdegno dei partecipanti

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Pervengono a questa Redazione diverse segnalazioni sulla prova del concorso in Friuli Venezia Giulia, per 173 infermieri (VEDI) che ha visto una partecipazione record di candidati, ben 10321, con una tassa di partecipazione di 10,33 euro per un totale incassato dall’azienda sanitaria di circa 107mila euro. La preselezione si è tenuta il 26 gennaio 2016 presso il PalaTrieste (o PalaRubini) a Trieste che ha visto i candidati misurarsi in una prova scritta.

C’era da aspettarsi un’organizzazione esemplare, vista la tanto decantata “efficienza del nord est” a cui ci avevano abituato taluni politici e dirigenti di quel territorio, da sempre un loro vanto…beh in questa nostra testimonianza che ci arriva direttamente da una collega impegnata in quella prova a Trieste, questa “efficienza” resta solo uno slogan che non trova corrispondenza nella quotidianità, o forse un trattamento che viene riservato solo agli infermieri?

NurseTimes invita i partecipanti a scrivere alla nostra redazione e raccontare la loro testimonianza: [email protected]

La collega A.B. riporta la sua triste esperienza:

“Premetto che è stato il mio primo concorso, quindi non posso fare paragoni. Parlo da neolaureata ancora piena di forza di volontà, di speranza nel poter fare quello che mi piace e per cui ho studiato. Parlo forse anche troppo da sognatrice a giudicare da quello che ho vissuto ieri.
Io e molti altri ragazzi siamo partiti con la corriera da Ancona all’una di notte. Sette ore e mezza dopo ci troviamo di fronte al fantomatico palazzetto. Il piazzale antistante già stracolmo di ragazzi. Stanchi dal lungo viaggio, con poche ore di sonno passate a girarci e rigirarci sul sedile dal pullman, ma non ci importava. Eravamo comunque carichi, speranzosi di poter fare il test al meglio delle nostre possibilitá. L’entusiasmo però scompare poco dopo.
Ore e ore passate ad aspettare finalmente entriamo. Ci mettiamo seduti, l’uno appiccicato all’altro. Entrati tutti i partecipanti, la commissione si presenta e inizia a consegnarci, in modo assolutamente disorganizzato, il questionario. 50 minuti e 40 quesiti dopo (non eccessivamente difficoltosi, devo essere sincera!) scatta l’ora x, consegniamo e poco dopo ci ritroviamo di fuori con le nostre facce tra il deluso e lo schifato.
Sicuramente, a detta di molti, ci sono stati concorsi peggiori ma questo non può essere una giustificazione, non deve esserlo! 
173 posti a tempo indeterminato: una grande occasione (per tutti, figuriamoci per gli infermieri e neo di oggi!!) presa non come tale e soprattutto non come un concorso statale, ma come una sottospecie di compito in classe in cui copiare spudoratamente, senza rispetto per se, per gli altri, per la professione stessa. Da parte dell’organizzazione, (tralasciando l’essere ammassati come bestie, costretti a scrivere con i fogli sulle ginocchia, irrispettoso a mio modesto parere) non è stata gestita diversamente, accentuando questo fenomeno del “furbetto” insito nel genere umano: spazio vitale tra una persona e l’altra inesistente, “vigilanti” che tutto facevano tranne che controllare la corretta riuscita del concorso, facendo finta di non vedere e non sentire. Siamo 10000 e rotti partecipanti?! Troppi per ridurre il numero a 800 alla preselezione. Sono d’accordo. Iniziate allora a scremare anche in altri modi…parli? Usi il cellulare? Ti ritiro il foglio. Consegni senza scrupoli 10 minuti dopo l’effettiva consegna? Sei fuori. Ti perdi il bar code? Ciao Ciao. Ecc., Ecc…
Forse non dovrei affatto meravigliarmi e forse in 23 anni dovrei essermi già abituata alla schifezza del sistema che ci circonda!
Spero solo che tutto questo non demoralizzi a lungo andare le persone corrette e i giovani infermieri volenterosi di farcela con le proprie forze…anche se l’onestà e l’apprezzamento di questa sembra essere “morta” da un pezzo.
Ora aspetto i risultati e comunque vada sarò soddisfatta”.

Una società sana premia il merito, punisce i mascalzoni e investe nell’istruzione.
Milena Gabanelli

Giuseppe Papagni

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