Le nuove linee guida europee abbassano il livello di colesterolo massimo consentito dei grassi nel sangue a 190. Molto importante è guardare all’Ldl, la parte cosiddetta “cattiva”: qui i valori ammessi a seconda dello stato di salute vanno da 160 a 70.
“Non esiste un limite inferiore assolutamente sicuro”, afferma Pasquale Perrone Filardi, direttore del reparto di cardiologia del policlinico universitario Federico II di Napoli.
Più che il valore totale, è la quota di colesterolo Ldl a richiedere una valutazione più approfondita. A speigarlo in dettaglio è un articolo pubblicato su fondazioneveronesi.it (F. Di Todaro). La quota di colesterolo Ldl, depositandosi all’interno delle arterie, favorisce la comparsa di lesioni che possono ostruire il flusso del sangue. Se
Quando si parla di ridurre i livelli di colesterolo Ldl, ben chiara deve essere la distinzione tra le persone sane (chiamate a fare prevenzione primaria) e chi invece è già stato colpito da un evento cardiovascolare (prevenzione secondaria).
Nel primo caso, l’indicazione riportata nel documento europeo è quella di mantenere l’Ldl sotto i 116 e i 100 (mg/dl). Per stare nei limiti, se si è sani, non servono farmaci.
L’esercizio fisico regolare migliora la capacità del cuore di pompare il sangue, aiuta a controllare il peso corporeo e può far calare i livelli del colesterolo e della pressione sanguigna. Idem dicasi per la dieta. Sostituendo il burro e la carne rossa con l’olio extravergine di oliva, il pesce ed eventualmente le carni bianche, si può ridurre il colesterolo «cattivo» (Ldl) e mantenere intatto quello «buono» (Hdl). Per il resto, via libera a cereali integrali, frutta, verdura e legumi.
I valori cambiano in base al rischio cardiovascolare individuale, che può essere definito (dagli specialisti) tenendo conto dell’età di un paziente, dell’abitudine al fumo di sigaretta, dei valori di pressione sanguigna, della colesterolemia totale e di un’eventuale diagnosi di diabete.
Più rigidi sono i nuovi limiti per i pazienti ad alto e ad altissimo rischio.
I pazienti ad alto e ad altissimo rischio sono gli infartuati e coloro che, sebbene in trattamento a seguito di un evento ischemico, corrono il rischio di subirne un altro entro due anni dal precedente. Nel primo caso, il colesterolo Ldl non dovrebbe superare 55. Ancora più stringente è il limite posto per i pazienti ad altissimo rischio: 40.
“Abbassare il colesterolo Ldl riduce il rischio indipendentemente da quella che è la concentrazione di partenza”, specifica Ciro Indolfi, direttore dell’unità operativa complessa di cardiologia emodinamica del policlinico di Catanzaro e presidente della Società Italiana di Cardiologia.
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