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Classi scolastiche in quarantena per un solo positivo: le Asl rivedano le procedure

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Coronavirus, certificazione per alunni e personale scolastico: la guida per i medici
Primo giorno di scuola alle elementari di Alzano Lombardo, 14 settembre 2020. ANSA / Filippo Venezia
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Anche il mondo della sanità piemontese, e in particolare quello degli infermieri e dei professionisti della sanità, subisce l’effetto negativo della ormai diffusa prassi scolastica, determinata dalle direttive delle Asl sovente oberate di lavoro, di mandare in quarantena un’intera classe in presenza di un solo soggetto positivo.

Tale situazione si riflette in modo molto negativo sulla sanità, per un semplice motivo: gli infermieri che sono genitori si ritrovano a casa per una decina di giorni bambini in quarantena, soprattutto se più piccoli, e sono costretti anche loro a stare a casa.

Ora, la normativa del comparto prevede che in questi casi, per il personale costretto ad assentarsi, si possano attivare o lo smart working oppure il congedo parentale al 50% dello stipendio.

È chiaro che, se posti in questa situazione, in molti potrebbero optare per lo smart working, per non vedersi decurtare lo stipendio del 50%, anche se per una professione come quella dell’infermiere tale attività risulti di difficile realizzazione.

Tutto ciò, nei fatti, ha solo la conseguenza di sguarnire ulteriormente gli organici di infermieri e professionisti che operano negli ospedali, che sono già ridotti all’osso, con una grave ripercussione sui turni e il pericolo che diversi servizi vengano penalizzati. Ciò sta accadendo, come ci è stato segnalato, in tutta la regione.

Il Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, chiede alla Aziende sanitarie del Piemonte di rivedere immediatamente le procedure sulle quarantene scolastiche sia applicando le norme varate dal Governo che per un singolo caso di positività in classe prevede che vengano eseguiti un test T0 immediato e T5 a cinque giorni di distanza dal contatto e che nel caso non insorgano ulteriori casi tra gli alunni, si possa proseguire in presenza.

Sia trovando nuove soluzioni per non mettere in quarantena i ragazzini con un solo caso positivo in classe (ad esempio con tamponi a 48/72 ore e la prosecuzione delle lezioni) creando enormi problemi ai genitori infermieri e professionisti della sanità che lavorano.

Il segretario regionale Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri, spiega: “Chiediamo di applicare le norme del Governo ma soprattutto di mettere buon senso nella gestione dei positivi nelle classi, limitando l’uso di Dad e quarantene laddove realmente necessario, ovviamente nel rispetto della maggiore sicurezza possibile, perché le quarantene dei ragazzi hanno pesanti ripercussioni sui genitori lavoratori.

Ripercussioni che in un settore delicato e particolarmente sotto pressione in questi mesi come il nostro, generano disagi enormi sugli organici e di riflesso anche per i pazienti. Auspichiamo che in tempi brevi arrivino segnali positivi per la soluzione del problema”.

Redazione Nurse Times

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