L’intervistato di oggi, si chiama Flavio Decicco, è un collega infermiere italiano, che ha deciso di trasferirsi in UK per lavoro. E’ il racconto di molti colleghi infermieri che dopo essersi laureati sono costretti a lasciare la terra natale alla ricerca di un posto di lavoro.
Cosa ti ha spinto a trasferirsi a Londra?
Non avrei voluto lasciare il mio paese natale. Ho provato a crearmi delle possibilità in Italia, però dopo due mesi di ricerca del lavoro e dopo aver lasciato il curriculum a Bari e provincia (sono pugliese) usando sia la forma cartacea, i social e le e-mail non ho avuto alcuna risposta.
Deluso ma con la voglia di non arrendermi ho provato ad inviare dei curriculum in Svizzera dove ho ricevuto delle risposte però negative. Proseguendo la ricerca sul web sono inciampato in alcuni annunci di lavoro in Inghilterra, dai quali, ho ricevuto subito risposte per questo ho deciso di trasferirmi in UK. Immediatamente.
Qual è stato l’impatto con la struttura londinese e quali differenze hai subito notato con il sistema sanitario italiano?
La difficoltà più importante che ho dovuto affrontare riguarda le differenze culturali degli inglesi.
Sono rigidi, a differenza nostra, loro non vanno mai al di fuori del protocollo, cosa che noi italiani, spesso anche per ragioni di cuore, di sentimento facciamo, spesso per questo motivo si è richiamati a rispettare in maniera severa il protocollo. A livello sanitario io personalmente ho lavorato prima nelle aziende pubbliche (ho lavorato in rianimazione) e successivamente mi sono trasferito nel privato.
Nel privato ci sono soldi di assicurazioni americane, del Kuwait, del mondo arabo e le differenze che ci sono rispetto al pubblico sono da un punto di vista dell’immagine molto curata a differenza degli ospedali pubblici però si può dire che c’è una qualità assistenziale di tutto rispetto con una erogazione dell’assistenza infermieristica elevata.
Una differenza sostanziale è che l’infermiere può lavorare sia nel pubblico sia nel privato e questo avviene però spesso tramite delle agenzie quindi non c’è un rapporto esclusivo con il pubblico come avviene in Italia.
Come vengono considerati gli infermieri? E i cittadini quale percezione hanno?
La considerazione degli infermieri dal punto di vista sociale è elevatissima il cittadino si fida ad occhi chiusi dell’infermiere cosa che magari non succede in Italia. Spesso quando ci sono delle urgenze per strada si sente chiamare sia il medico che l’infermiere e questo può rappresentare in maniera chiara quale sia la valutazione del dell’infermiere in Inghilterra
Hai mai pensato di tornare in Italia per svolgere la tua professione?
Assolutamente sì. I motivi sono diversi in realtà ti accorgi che la famiglia è importante e ti accorgi che il tempo passa e tu resti lontano. Non ci sono delle esigenze da un punto di vista culinario qui ci sono tanti negozi italiani e quindi possiamo cucinare italiano ogni giorno, anche se, la cucina di mamma e papà resta sempre quella migliore. In realtà ti manca ascoltare la gente urlare per strada, ti manca guardare le macchine parcheggiate male, ti manca anche il suono del clacson al semaforo, ti manca essere italiano.
Dopo il voto che ha deciso la Brexit, quali prospettive pensi avranno i lavoratori italiani in Gran Bretagna?
Il voto del referendum per il Brexit ha spaventato molto all’inizio poi a freddo ci siamo un po’ tranquillizzati.
In realtà per noi lavoratori non dovrebbero esserci delle grosse novità noi siamo regolari quindi non ci saranno delle ripercussione, anche se, ultimamente il parlamento sta realizzando delle leggi affinché diminuiscano i lavoratori stranieri soprattutto in ambito sanitario. Stanno discutendo una legge in questi giorni nella quale praticamente si sta imponendo la riduzione drastica dei medici stranieri nelle ospedali Uk, per gli infermieri tutto resta invariato.
Consiglieresti ad un tuo collega di trasferirsi all’estero?
Solo se non ha nulla da perdere consiglierei ad un mio collega di trasferirsi.
In Inghilterra può crescere tantissimo lavorativamente se si ha la fortuna di non essere legato alla propria terra, bisogna partire qui ci si apre ad un nuovo mondo ad una esperienza a 360° di vita. Restare senza la propria famiglia però non è semplice, ci si abitua, ma il calore della propria casa resta sempre un qualcosa di inappagabile.
Come reputi la retribuzione e la possibilità di fare carriera in UK?
La retribuzione è soddisfacente. In realtà qui è un po’ diverso dall’Italia gli infermieri sono suddivisi in bande economiche, un infermiere appena laureato è un infermiere base e il suo stipendio dovrebbe essere attorno alle 25.000 £ lorde poi dipende dalla fascia di residenza dell’ospedale e quindi c’è un adeguamento al costo della vita. La cosa diversa dall’Italia che qui c’è possibilità di fare carriera quindi di arrivare ad essere un manager ed acquisire quindi delle responsabilità molto elevate che garantiscono degli stipendi elevati, in Italia momento non è ancora possibile.
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