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Cirié (Torino), prende a pugni tre infermieri in pronto soccorso

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Torino, prende a pugni tre infermieri in pronto soccorso
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L’uomo, già noto per aver cercato di accoltellare alcuni passanti nel centro della città lo scorso agosto, ha aggredito i sanitari accorsi per calmarlo mentre era in attesa.

Ancora botte da orbi in un pronto soccorso. Situazioni di questo tipo, ormai all’ordine del giorno, non fanno più notizia. Stavolta è accaduto nel torinese, a Ciriè, dove ad avere la peggio sono stati tre infermieri.

Il soggetto in questione, un 37enne del luogo già noto alla cronaca (lo scorso agosto aveva cercato di accoltellare alcuni passanti in centro), ha iniziato a dare in escandescenze tra i pazienti in attesa. Nel tentativo di calmarlo, sono intervenuti due infermieri della Psichiatria e uno del Dea, m tutti e tre, dopo essere stati minacciati e insultati, sono stati presi a pugni dal facinoroso paziente.

Queste le parole di uno degli aggrediti (Marco Boccacciari, rappresentante del sindacato Nursind dell’Asl To4): “Così non si può più andare avanti perché questo è solo l’ultimo episodio di violenza ai danni del personale. Il guaio è che quella persona prima ci ha minacciati, poi si è allontanato e quindi è tornato e ci ha messo le mani addosso. Era una furia”.

Fortunatamente, con l’arrivo di una pattuglia dei carabinieri di Ciriè, l’incubo è terminato e sia il personale sanitario presente sia i pazienti in attesa hanno potuto tirare un lungo sospiro di sollievo. I tre professionisti che hanno rimediato le botte si sono fatti medicare e hanno ricevuto una prognosi di diversi giorni.

“Da anni che chiediamo all’Asl To4 di garantire più sicurezza al pronto soccorso del polo sanitario di Ciriè”, spiega il segretario provinciale del Nursind, Giuseppe Summa. Mentre il responsabile regionale del sindacato, Francesco Coppolella, avverte: Abbiamo anche sollecitato i sindaci di zona perché collaborino con noi al fine di trovare una soluzione. Integreremo con l’ennesima denuncia alla Procura di Ivrea, che conosce bene questa situazione di emergenza”.

Alessio Biondino

Fonte: La Stampa

 

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