Mertito dell’equipe integrata di Chirurgia toracica e urologia dell’Istituto Europeo di Oncologia.
L’equipe integrata di Chirurgia toracica e urologia dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo), guidata dal professor Lorenzo Spaggiari, direttore del Programma Polmone, ha eseguito i primi interventi chirurgici robotici contemporanei su due organi diversi. La prima paziente, operata lo scorso gennaio, aveva un tumore polmonare con metastasi singola al surrene. Il secondo paziente aveva un tumore polmonare e un tumore primitivo del rene, ed è stato operato in piena emergenza Covid-19. Entrambi hanno un’ottima prognosi e stanno bene.
“Siamo felici per i nostri pazienti – dichiara Spaggiari –, e siamo soddisfatti non solo per la riuscita degli interventi, unici al mondo (salvo un caso precedente e isolato, eseguito al National Medical Center, negli Stati Uniti), ma anche per il loro significato per tutta la chirurgia toracica oncologica. Abbiamo dimostrato che la tecnologia robotica mininvasiva permette di trattare anche pazienti fragili, oligometastatici (vale a dire con numero limitato di lesioni secondarie) e con problemi respiratori. Dunque la tecnologia, associata all’expertise del chirurgo, permette di offrire una chance terapeutica importante a pazienti che fino a ieri potevano contare solo su cure farmacologiche o su interventi eseguiti in momenti differenti con una maggiore morbilità”.
Il primo intervento è stato eseguito con tecnica mininvasiva, mediante l’utilizzo del robot chirurgico Da Vinci, dal professor Spaggiari e dall’equipe del professor Ottavio De Cobelli, asportando il lobo superiore del polmone sinistro e contemporaneamente la metastasi surrenalica sinistra. Il secondo intervento è stato eseguito dalla stessa equipe, asportando, sempre con tecnica mininvasiva robotica, il lobo inferiore sinistro polmonare ed eseguendo una contemporanea enucleoresezione renale destra robotica.
In base alle classifiche Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), la chirurgia toracica IEO è prima in Italia per numero di interventi. Un dato importante, perché la stessa Agenzia ha dimostrato da tempo che la mortalità post-operatoria in Italia dopo un intervento di chirurgia toracica maggiore è direttamente correlata al volume di interventi effettuati.
“Da anni mi impegno perché si affronti il problema della qualità delle prestazioni – conclude Spaggiari –, e soprattutto perché l’informazione sia condivisa con la popolazione, in modo che i nostri pazienti possano scegliere liberamente e coscientemente di essere curati nel centro che reputano migliore. Un’importante ricerca, recentemente pubblicata da un gruppo dell’Istituto Tumori di Milano, ha dimostrato che la mortalità post-operatoria si riduce in modo significativo nei centri ad alto volume, e che il numero di pazienti operati presso le inità di chirurgia toracica di questi centri influisce in modo significativo sulla sopravvivenza a lungo termine. Anche i pazienti con tumore del polmone metastatico sopravvivono più a lungo, se trattati in centri di riferimento, come dimostra un lavoro appena pubblicato sulla rivista IASLC (International Association for the Study of Lung Cancer). I nostri due casi confermano queste evidenze e aprono nuovi orizzonti di speranza anche per i casi più complessi”.
Redazione Nurse Times
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