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E c’è anche chi “semina gli infermieri nei campi”…

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Per fortuna, ogni tanto, le notizie partorite dai media che riguardano gli infermieri italiani, fanno anche sorridere… senza arrabbiature.

Non c’è giorno, ormai, in cui non vengano espulse dai media flatulenze giornalistiche di ogni tipo, riguardanti gli infermieri italiani. Si va ad esempio dall’affiliazione alla ‘Ndrangheta di presunti colleghi (VEDI) che non risultano tali a veri colleghi presunti killer (VEDI), passando alla continua e devastante confusione degli infermieri con altre figure, ma… per fortuna, ogni tanto, appare qua e là qualcosa che fa semplicemente sorridere.

Non mi riferisco, stavolta, ai pittoreschi annunci di lavoro che vengono pubblicati di continuo su diversi noti portali online del settore e che mortificano, a volte anche ridicolizzandola, la professione di infermiere (VEDI). Bensì a veri e propri strafalcioni fine a sé stessi, prodotti o dalla fretta nella compilazione di qualche pezzo giornalistico o soltanto… da giochi di parole mal riusciti e che danno luogo a doppi sensi interessanti.

È il caso di un pezzo apparso sul Corriere del Veneto Padova e Rovigo di qualche giorno fa. La notizia era quella di un TSO attuato a Vigonza, per un paziente psicotico, armato di coltello e pericoloso, per cui è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine; l’uomo, dopo una colluttazione, è stato disarmato da alcuni infermieri eroi (descritti come “paramedici”…!!!), ma poi… alla vista dei Carabinieri, spaventato, il tizio è riuscito in qualche modo a fuggire ed è riuscito a seminare tutti correndo e nascondendosi per i campi della zona. Fortunatamente, però, dopo un complicato inseguimento, è stato riacciuffato e tranquillizzato.

Cosa c’è da ridere? Beh… il fatto che dal titolo dello scritto, sembrerebbe quasi che in Veneto sia in atto un inquietante esperimento botanico, verosimilmente finalizzato a produrre professionisti sanitari senza farli passare per le università:

Si risparmierebbero senza dubbio tempo e denaro. E non si correrebbe il rischio, tra l’altro, di contaminare le nuove leve con le dinamiche demansionanti del tirocinio clinico (VEDI). Attendiamo con fiducia i risultati di questo tentativo dai caratteri altamente scientifici, sperando solo che i germogli di una professione assai più intellettuale e un po’ meno sguattera… sboccino presto.

Alessio Biondino

Fonte: Corriere del Veneto Padova e Rovigo

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