All’ospedale “Vittorio Emanuele” volano calci, pugni e persino una testata. Per fortuna, senza gravi conseguenze.
Ancora un’aggressione, stavolta di infermieri e personale del 118, all’ospedale “Vittorio Emanuele”. Ciò mentre si cercava di sottoporre a trattamento sanitario obbligatorio un giovane di 24 anni, residente nella zona di Zia Lisa, che agli inizi di aprile era stato ospite dello stesso nosocomio poiché gambizzato in circostanze poco chiare.
Il giovane, in evidente stato di ebbrezza (forse causato da alcol, più probabilmente da stupefacenti), era stato soccorso dagli operatori del 118 mentre si trovava esanime in una stradina di San Cristoforo. Non appena arrivato al “Vittorio Emanuele”, però, lo stesso si è ridestato e ha cominciato a colpire chi si trovava a tiro: calci, pugni e persino una testata al volto di uno degli operatori del 118, che però non avrebbe riportato danni di una certa gravità. Al contrario di una infermiera, che ha riportato un’infrazione a una costola (15 giorni di prognosi), e di una collega della donna, che ha riportato una contusione al polso, guaribile in cinque giorni.
In verità la miscela che si è venuta a creare era ad altissimo potenziale, ma la fortuna ha voluto che in quel frangente fossero presenti in ospedale anche alcuni carabinieri (più lontane, invece, le guardie particolari giurate), a loro volta mobilitati per un secondo Tso a un cittadino mauriziano appena trasportato al “Vittorio Emanuele”. I militari dell’Arma hanno contribuito a far ritrovare la ragione all’aggressore, che poi, sembra grazie all’intervento dei genitori, è andato via senza essere messo agli arresti (troppo bassa, secondo la legge, la prognosi delle due ferite, che fra l’altro non hanno voluto denunciare). E senza Tso…
Giuseppe Papagni
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