Nel processo sulle mini-protesi impiantate in Emodinamica sono stati ascoltati tre testi.
L’esame dei consulenti della Procura e quello di un infermiere, tutti testi del pubblico ministero, ha caratterizzato l’udienza di ieri del processo sugli stent medicali contenenti farmaci antiproliferazione scaduti, impiantati nelle arterie di sette pazienti all’unità di Emodinamica dell’ospedale “Cannizzaro” di Catania. Gli episodi, avvenuti tra il 2011 e il 2012, furono poi denunciati l’anno dopo dalla direzione della struttura sanitaria.
Imputati nel procedimento che si celebra davanti ai giudici della terza sezione penale del Tribunale sono l’ex primario dell’unità di Emodinamica, Alfredo Ruggero Calassi, e due cardiologi dello stesso reparto, Salvatore Adriano Azzarelli e Michele Giacoppo. Nel corso dell’esame del pm Agata Consoli e del controesame dei difensori ai consulenti è stato chiesto, tra l’altro, che tipo di effetti scaturiscano per il paziente al quale sono state impiantate le mini-protesi (stent) per così dire “scadute”, e in particolare se possono esserci effetti collaterali, pericolosi e quindi gravi per la loro salute. Va sottolineato come dal controllo dei pazienti sottoposti in quel periodo all’impianto di questi stent non siano emersi problemi e/o conseguenze di nessun genere. Sul punto è emerso che non ci sarebbero prove scientifiche tali da spiegare con certezza gli effetti.
Prossima udienza il 17 Aprile. In quella data è previsto l’esame di altri testi e saranno ascoltati dalle parti i consulenti difensivi del dottor Giacoppo. Nel processo non figurano associazioni, perché non ammesse dal Tribunale come parti civili. Sono invece costituiti alcuni pazienti ai quali furono impiantati gli stent e lo stesso ospedale “Cannizzaro”, che è anche citato come responsabile civile.
Redazione Nurse Times
Fonte: La Sicilia
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