Confermato quanto stabilito dalla Corte d’Appello di Cagliari. Per anni l’Asl aveva imposto turni non inferiori a 17 mensili (senza alcun riposo compensativo), sottoponendo così i lavoratori a notevole stress psicofisico.
Con la sentenza n. 3458/2022 la Corte d’Appello di Cagliari ha accolto l’appello proposto da più lavoratori, personale infermieristico e tecnico, dipendenti, diretto al riconoscimento di un ristoro economico per i turni di disponibilità effettuati in misura superiore alla previsione contrattuale. Riconosciuto un indennizzo pari al raddoppio dell’indennità prevista dalla contrattazione collettiva per l’operatore sanitario. Di regola i turni di pronta disponibilità sono sei mensili, mentre nel caso di specie i turni da ottobre 2005 ad aprile 2012, e anche in seguito, non avevano mai rispettato tale limite.
Contro tale sentenza l’Asl ha fatto ricorso, ma la Corte di Cassazione ha confermato quanto deciso in appello, condannando l’Azienda sanitaria al risarcimento del personale sanitario coinvolto, con un pagamento doppio dell’indennità di reperibilità. Gli infermieri avevano infatti prestato per anni turni e disponibilità non inferiori a 17 mensili, senza godere di alcun riposo compensativo. Ciò li aveva sottoposti a notevole stress psicofisico, con ripercussioni sia sulla qualità di lavoro che sulla qualità della propria vita privata e di relazione.
Agli appellanti erano sistematicamente richiesti turni di disponibilità da un minimo di 18 a un massimo di 23, da assicurare in orario notturno, durante le festività. Insomma, per anni erano stati imposti turni di disponibilità che avevano coperto fino a quasi la totalità dei giorni lavorativi mensili, pur potendo l’Asl organizzare il lavoro anche con altro personale, facente parte di unità operative con attività continua. Il pagamento doppio dell’indennità ha dunque carattere risarcitorio per danno da usura psico-fisica.
Redazione Nurse Times
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