Secca smentita da parte dei vertici aziendali dell’ospedale di Caserta sulla vicenda che ha assunto tutti gli estremi di una grossa bufala mediatica
Una notizia che esplosa su alcuni giornali locali, e che ancora una volta prende di mira la sanità e la comunità infermieristica.
Una denuncia che parte dal consigliere regionale campano dei verdi Francesco Emilio Borrelli, membro della commissione sanità (VEDI).
La fonte della notizia è un radioascoltatore che ricostruisce l’intera vicenda alla trasmissione radiofonica ‘La Radiazza’ di Gianni Simioli, alla quale l’esponente politico collabora stabilimente.
Secondo quanto riferito dal radioascoltatore ci sarebbe un giro di prostituzione presso l’ospedale di Caserta, a cui egli stesso sarebbe stato “adescato con la scusa di un caffè che si è poi trasformato in un rapporto sessuale consumato in un bagno del reparto al costo di 50 euro”.
Un racconto piuttosto fantasioso a cui hanno prontamente risposto i vertici aziendali.
“I reparti sono chiusi. Vale a dire che nessuno può avere accesso se non citofonando e dando nome e cognome. Nessun estraneo può circolare in corsia” tengono a precisare dalla direzione ospedaliera.
Inoltre “abbiamo sistemi di videosorveglianza. Ragion per cui tutto quello che avviene in reparto e fuori viene monitorato”.
I vertici dell’azienda tutelano l’integrità dei propri dipendenti pur avviando ulteriori controlli sugli otto varchi di accesso alla cittadella ospedaliera.
Dalla direzione tengono a precisare che nulla succede in corsia “senza che la direzione e l’amministrazione venga a sapere nulla. Anche nel caso che qualche illecito possa verificarsi all’interno di ambienti con videosorveglianza (come nei bagni del personale), sarebbe comunque palese la circostanza strana, poco chiara”
Ricordiamo che la struttura di Caserta è uscita dal commissariamento straordinario qualche mese fa, e per i vertici questo è un grande risultato anche sulla trasparenza di tutto quello che avviene la struttura proprio “perché in questi ultimi due anni si è lavorato molto affinché l’immagine della struttura ritornasse ad assumere criteri di legalità. Dunque, c’è stato un lavoro per pulire la struttura da tutto ciò che poteva destare sospetti circa la sua integrità”.
Di fronte a questo ennesimo tentativo mediatico di colpire la comunità infermieristica chiediamo a nome di tutta la famiglia professionale di accertare le responsabilità di questa strana vicenda, le fonti e nel caso si rivelasse una bufala, chiedere un risarcimento simbolico sul danno all’immagine di tantissimi colleghi che lavorano con dedizione e sacrificio all’interno delle strutture sanitarie italiane.
Restituiamo dignità alle infermiere italiane!!!
Giuseppe Papagni
Fonte: regione.campania.telpress.it
Video: www.facebook.com/giannisimioli/videos/1310007432416431/
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